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CLARA MOSCHINI

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A 21 anni dal disastro aereo di Milano-Linate

Giornata nazionale per non dimenticare le vittime degli incidenti dei cieli

C’era anche una fitta nebbia la mattina dell'8 ottobre del 2001 all'aeroporto di Milano-Linate. Erano le ore 8:10 di una giornata qualunque quando quella si trasformò in una data da cerchiare nel calendario degli anni a venire. Oggi celebriamo la ricorrenza come la Giornata nazionale per non dimenticare, istituita lo scorso anno su proposta dell'Ente nazionale aviazione civile (Enac).

Ma torniamo a quella maledetta mattina, un lunedì. Un aereo McDonnell Douglas MD-87 (marche SE-DMA) della compagnia Scandinavian Airlines percorreva la pista R6 pronto per il decollo (volo SK686) alla volta di Copenaghen, in Danimarca. Negli stessi istanti un aeromobile Cessna Citation CJ-2 (marche D-IEVX) imbocca la stessa pista, ritrovandosi in mezzo alla traiettoria dell’MD-87, che correva in direzione opposta a 270 chilometri orari. La collisione fu inevitabile.

Il piccolo velivolo fu centrato in pieno: uccisi sul colpo i quattro occupanti. L'aereo di Scandinavian Airlines, gravemente danneggiato, proseguì la sua triste corsa fuori dalla pista di decollo, fino a schiantarsi contro un magazzino dell'aeroporto milanese. Al suo interno c'erano decine di lavoratori intenti a smistare i bagagli. L'impatto fu tremendo. I serbatoi pieni di carburante dell'MD-87 innescarono un vastissimo incendio che causò il decesso di quattro addetti aeroportuali, di tutti i 104 passeggeri a brodo e dei sei membri d’equipaggio.

Il bilancio dell'incidente aereo è di 118 vittime. Unico superstite del disastro è Pasquale Padovano, ex-addetto allo smistamento bagagli: "Non basta quello che ha fatto la giustizia, vorrei si istituisse una Commissione parlamentare d’inchiesta. Io ho avuto poca roba dallo Stato. L’aiuto vero mi è arrivata da Sea, l’azienda che gestisce lo scalo", aveva dichiarato durante le celebrazioni lo scorso anno.

L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha pubblicato il rapporto finale sull'incidente il 20 gennaio 2004. Nel documento si legge che la "causa effettiva" del disastro fu l'immissione del Cessna sulla pista R6 anziché la R5, con i piloti del velivolo indotti all'errore anche da oggettive e gravi carenze nelle infrastrutture aeroportuali e nelle procedure utilizzate nello scalo di Milano-Linate: soprattutto l’assenza del radar di terra e la segnaletica logora e poco visibile.

Per il disastro sono stati condannati in via definitiva dalla Corte di Cassazione, il 7 luglio 2006, con l'accusa di concorso in disastro colposo e concorso in omicidio colposo plurimo, 11 persone: funzionari della Società nazionale per l'assistenza al volo (Enav), dell'Ente nazionale aviazione civile (Enac) e della Società esercizi aeroportuali (Sea).

Il 24 marzo 2002 venne inaugurato, all'interno del Parco Forlanini prospiciente l'aeroporto, il Bosco dei faggi, composto di 118 alberi di diverse varietà. Ci ricordano il numero delle vittime dell'incidente: ogni albero una persona morta. Un modo per coltivare la memoria e far maturare una sensibilità nei confronti della sicurezza dei trasporti. Il disastro di Linate servì anche a questo. Da allora, infatti, sono stati fatti importanti passi nel sistema aeroportuale e nelle linee-guida della gestione del volo in Italia.

Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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