Aci Europe: "Segnali d’allarme per la connettività aerea europea"
Da oggi al 20 giugno il Congresso annuale e assemblea generale ad Atene - ALLEGATO

È iniziato oggi ad Atene il Congresso annuale e assemblea generale di Aci Europe, associazione europea che riunisce i gestori aeroportuali di oltre 600 aeroporti in 58 Paesi europei, oltre il 90% del traffico aereo commerciale nel continente. L'evento si concluderà venerdì 20 giugno.
"Aci Europe ha pubblicato oggi il 'Rapporto 2025 sulla connettività del settore aeroportuale': il barometro definitivo della connettività aerea in Europa. Pubblicato in vista del 35° Congresso annuale e assemblea generale di Aci Europe, il rapporto si basa sugli indici di connettività sviluppati da Seo Amsterdam economics -lo strumento più completo e articolato per misurare e classificare la connettività aeroportuale-", riporta una nota odierna dell'associazione.
Il documento rivela che "nonostante un aumento del +7% rispetto all’anno precedente, la connettività aerea (diretta + indiretta) in Europa resta ancora al di sotto del livello pre-pandemico (2019) del -9%. Questo contrasta nettamente con i volumi di passeggeri, che hanno raggiunto una piena ripresa nel 2024 e sono continuati a crescere nel 2025", sottolineando quindi che i consumatori e le comunità si trovano di fronte a opzioni più scarse e più costose. Lo studio evidenzia chiaramente come politiche non favorevoli, cambiamenti strutturali del mercato e fattori geopolitici stiano determinando nuovi modelli di connettività, nonché forti disparità di prestazione tra i mercati nazionali e i singoli aeroporti.
Il direttore generale Olivier Jankovec ha dichiarato: "I dati che presentiamo oggi sono inequivocabili: l’Europa ha urgentemente bisogno di un ripensamento strategico delle politiche che ponga la connettività aerea come pilastro centrale della sua agenda per competitività, coesione e autonomia strategica. Ciò significa riconoscere che la connettività aerea -e con essa l’aviazione- non è solo una questione di soft power. Questa genera benefici economici e sociali fondamentali, garantisce il posizionamento globale dell’Europa e contribuisce anche a proiettare capacità di hard power. Tuttavia, politiche aeronautiche non coordinate e frammentate -inclusa la tassazione punitiva- combinate con tensioni geopolitiche e cambiamenti strutturali del mercato stanno mettendo a rischio questi benefici". "Ogni aumento del 10% nella connettività aerea diretta è associato ad una crescita dello 0,5% del Pil pro capite: sono quindi i cittadini europei a pagare il prezzo finale. I nostri decisori politici devono proteggere e garantire nel tempo la connettività aerea, che è parte integrante del nostro stile di vita europeo e della nostra proiezione globale", ha concluso il dg.
I mercati non-EU+ i più colpiti dalla geopolitica, persistono divari tra i mercati nazionali
Il mercato EU+ (-8% rispetto al 2019) ha recuperato più connettività aerea rispetto al resto d’Europa, mentre il mercato non-EU+ ha sottoperformato rispetto alla media europea, attestandosi a -12%. Questo è dovuto principalmente alla perdita totale di connettività degli aeroporti ucraini, mentre quelli in Russia (-43%) e Bielorussia (-70%) hanno registrato cali drammatici. Anche Israele (-21%) ha subito perdite significative a causa del conflitto in corso a Gaza.
Oltre alla geopolitica, anche le politiche aeronautiche e i cambiamenti strutturali del mercato -in particolare la crescita della domanda per viaggi leisure e per visitare amici e parenti (Vfr, Visiting friends&relatives), insieme all’espansione delle compagnie ultra low-cost (Lcc, Low-cost carriers)- stanno influenzando le performance dei mercati nazionali:
- All’interno del mercato EU+, tre Paesi guidano l’espansione della connettività aerea: Grecia (+35%), Portogallo (+10%), Cipro (+8%).
- All’estremo opposto, in 13 hanno registrato perdite a doppia cifra, in particolare: Svezia (-33%), Finlandia (-30%), Repubblica Ceca (-22%), Austria e Germania (entrambe -21%), riflettendo in gran parte l’impatto della geopolitica e delle tasse nazionali sull’aviazione.
- Tra i mercati EU+ più grandi, solo la Spagna, dipendente dal turismo, ha superato i livelli del 2019 (+3%). Regno Unito (-7%), Francia (-14%) e Germania sono rimasti molto indietro, con la performance della Francia destinata a peggiorare ulteriormente a causa dell’aumento significativo delle tasse sull’aviazione entrato in vigore quest’anno.
Nel mercato non-EU+, le migliori performance in termini di connettività aerea si registrano in:
Uzbekistan (+73%), Albania (+56%), Bosnia-Erzegovina (+40%), Armenia e Turchia (entrambe +36%).
Istanbul, Amsterdam-Schiphol e Londra-Heathrow guidano la classifica della connettività diretta
Istanbul (+13% rispetto al 2019) rimane al primo posto nella classifica europea per connettività diretta, essendo salita dalla 5ª posizione pre-pandemica. L’hub turco gode della migliore connettività diretta con il Medio Oriente e della seconda migliore con l’Asia-Pacifico, oltre a una buona posizione per l’Africa e l’Europa. Amsterdam-Schiphol (-4%) è al secondo posto, grazie alla sua eccellente rete europea. Questo riflette le dimensioni ridotte del mercato nazionale e la necessità di mantenere massa critica per alimentare le rotte a lungo raggio. La prevista riduzione della capacità dell’hub olandese rende improbabile il mantenimento di questa posizione nei prossimi anni.
Londra-Heathrow (-2%) è al terzo posto. Oltre a offrire una connettività diretta impareggiabile con il Nord America (quasi il doppio rispetto al secondo classificato, Parigi-"CdG"), l’hub britannico ha anche la più alta connettività diretta con il Medio Oriente nell’Europa occidentale. Francoforte (-11% rispetto al 2019) ha superato Parigi-"Charles de Gualle" (-7%) al quarto posto, grazie ad un aumento significativo della connettività diretta con l’Asia-Pacifico (+17% rispetto al 2024). Parigi, quinta in classifica, si distingue per la varietà del suo network, con il secondo posto per connettività diretta verso Africa, America Latina e Caraibi, e Nord America.
Oltre ad Istanbul, hanno recuperato o superato i livelli di connettività diretta del 2019 anche i seguenti aeroporti: Antalya (+29%), Atene (+24%), Istanbul-"Sabiha Gökçen" (+14%), Palma di Maiorca (+11%), Dublino (+8%), Lisbona (+4%), Roma-Fiumicino (+3%) e Barcellona (+1%). Questo riflette ancora una volta la predominanza della domanda leisure e Vfr, oltre all’espansione delle Lcc. La connettività diretta offerta dalle Lcc è aumentata del +19% dal 2019, mentre quella offerta dalle compagnie di linea tradizionali (Fsc) è diminuita del -15%.
Istanbul ora in cima alla classifica globale degli hub
Istanbul ha superato Francoforte diventando il principale aeroporto al mondo per connettività hub nel 2025. La connettività hub di Istanbul è aumentata del +59% rispetto al 2019 -riflesso dell’impressionante espansione del vettore aereo Turkish Airlines, della sua posizione geografica strategica tra Europa, Africa e Asia, della disponibilità di capacità e di una politica nazionale dell'aviazione favorevole-. L’hub turco è seguito da Dallas Fort Worth (-5%) e Francoforte, che ha visto la propria connettività hub ridursi del -21% rispetto al 2019.
Nel complesso, la connettività hub in Europa resta al di sotto dei livelli pre-pandemici (2019) del -12%, e continua quindi a sottoperformare rispetto alla connettività diretta (-5%). Sebbene il divario si sia leggermente ridotto negli ultimi 4 anni, questo andamento si è consolidato, riflettendo i cambiamenti strutturali del mercato dell'aviazione, in particolare il ridimensionamento delle Fsc e l’espansione delle Ultra-Lcc, con un maggior numero di rotte internazionali dirette che bypassano i grandi hub.
Otto aeroporti europei sono tra i primi 20 al mondo per connettività hub, insieme ad otto del Nord America e quattro dell’Asia-Pacifico e del Medio Oriente. Oltre ad Istanbul, i maggiori incrementi nella connettività hub rispetto al 2019 si registrano a Tokyo Haneda (+51%) e Doha (+43%). Al contrario, la connettività hub di tutti i principali hub dell’Europa occidentale resta inferiore ai livelli del 2019, sintomo non solo del ridimensionamento dei vettori basati in loco, ma anche di politiche dell'aviazione non favorevoli, problemi di competitività e condizioni macroeconomiche deboli".
Allegato in basso a questa AVIONEWS la versione inglese della nota emessa da Aci Europe.
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