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L'ad di Leonardo: "Dire che siamo corresponsabili di genocidio è forzatura inaccettabile"

Cingolani spiega quali sono gli attuali rapporti con Israele e con le società Drs e Rada

Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo SpA -attiva nel settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza-, ha risposto in un'intervista al "Corriere della sera" alle accuse di complicità del genocidio a Gaza a causa della vendita di armi ad Israele. Negli ultimi giorni sono stati organizzati anche alcuni presidi davanti a delle sedi dell'azienda in segno di protesta. L'ad ha voluto specificare quali sono i contratti che attualmente la società sta rispettando a livello internazionale e quali sono i rapporti -oggetto di critiche- con aziende come Drs e Rada. La denuncia proviene principalmente da un report presentato recentemente da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Nel documento viene descritto il ruolo che diverse aziende avrebbero nel supporto allo Stato ebraico. In particolare, Albanese ha sostenuto che la società starebbe violando il divieto di export di armi a Paesi in guerra (legge 185/90) per l'uso da parte di Israele di aerei F-35 prodotti da Leonardo. Cingolani ha quindi spiegato: "Si dice che poiché abbiamo contribuito a costruire i caccia F-35 venduti in tutto il mondo -incluso Israele- e poiché alcuni di questi sono utilizzati in questo orrendo conflitto, allora siamo complici di genocidio. Certo, partecipiamo a consorzi per la costruzione di tante tecnologie e piattaforme per la difesa. Ma dire che siamo corresponsabili di genocidio mi pare una forzatura inaccettabile". Secondo l'ad inoltre dallo scoppio del conflitto non sono state date più autorizzazioni a licenze -previste dalla legge 185- di esportazioni verso Israele. 

Cingolani ha poi fatto chiarezza sui due contratti che attualmente Leonardo ha con Israele: si tratterebbe di accordi per la manutenzione di elicotteri e di aeroplani da addestramento non armati, rispettivamente del 2012 e del 2019, che devono essere onorati per legge. "Il ministero degli Esteri e la Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) stanno guardando se sia possibile trovare un provvedimento che ci consenta di sospendere le vecchie licenze sulla falsariga della legge 185" ha detto l'ad, spiegando che interromperli autonomamente aprirebbe un contezioso legale e perciò è necessaria una copertura internazionale. 

Riguardo invece alle accuse sulla collaborazione di Leonardo con Israele nei radar militari, Cingolani ha specificato che la società detiene la quota di maggioranza di Drs Technologies, produttrice di sistemi elettronici per la difesa, ma che quest'ultima essendo statunitense "deve seguire le indicazioni del suo governo", "in totale autonomia operativa" secondo la giurisdizione del Paese in cui è basata e non in relazione alla legge 185. Sempre secondo l'ad, la situazione è simile anche per Rada, produttrice di radar, che "opera sotto la giurisdizione del governo israeliano, benché sia controllata da Drs". 

"Noi su queste questioni non possiamo fare nulla, se non esercitare una moral suasion a livello istituzionale. Ovviamente questa situazione mi preoccupa non poco" ha affermato l'ad. "Se si riuscisse a conglomerare i gruppi secondo uno spirito europeo, probabilmente potrebbe aiutare ad evitare situazioni del genere", ma anche in questo caso l'esito positivo non è prevedibile perché "nessuno sa se domani un Paese europeo possa entrare in guerra con un altro".

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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