It does not receive public funding Editor in chief: CLARA MOSCHINI
Analisti criticano il blocco del programma spaziale Usa
Washington, Stati Uniti - Tra i detrattori anche Neil Armstrong
La decisione del presidente statunitense Barack Obama del giugno scorso di cancellare il programma Constellation -con cui entro il 2020 altri cosmonauti avrebbero dovuto raggiungere la Luna- e la sua richiesta alla Nasa di sviluppare progetti per trasportare esseri umani nello spazio profondo -entro il 2025- e su Marte -entro il 2030-, ha suscitato da più parti critiche che puntano il dito contro la presunta fine della supremazia degli Stati Uniti nel settore aerospaziale.
Il famoso cosmonauta Neil Armstrong ha rimproverato all'amministrazione i tempi lunghissimi che si prospettano prima del ritorno in orbita e sull'International Space Station (Iss) di personale statunitense, mentre a sua detta la Nasa avrebbe bisogno di una strategia meglio definita per il futuro; senza contare che per il momento si affida ai russi per il trasporto del personale. Anche l'ex-astronauta Eugene Cernan si è unito all'appello, dichiarando che il programma Constellation è stato sostituito con una "Missione verso il nulla".
Lo stesso parere è condiviso inoltre dal repubblicano Ralph Hall, presidente della commissione Scienza, spazio e tecnologia e secondo il direttore dello Space Policy Institute Scott Pace "C'è un grande divario tra le aspirazioni della politica e le capacità attualmente esistenti".
L'agenzia spaziale Usa starebbe allo stesso tempo cercando dei partner nel settore privato per sviluppare il progetto di uno shuttle alternativo, ma molti esperti si interrogano sulla sicurezza di affidarsi ad aziende con scarsa esperienza. Sembrerebbe che in seguito alle pressioni politiche la Casa Bianca abbia accettato di sviluppare un progetto per realizzare un nuovo Space Launch System, ma sul piano non sono stati rilasciati particolari più dettagliati.
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