I principali vettori aerei statunitensi guardano con fiducia alla pubblicazione dei risultati trimestrali che inizierà mercoledì. Molti di questi torneranno all'utile dopo due anni di perdite dovute agli effetti della pandemia. Tuttavia, crescono le preoccupazioni tra gli investitori, i quali cercano di valutare l'effettiva solidità della domanda di viaggi da parte dei consumatori, dopo la fine dell'intensa stagione estiva.

Ad influire negativamente sul loro giudizio ci sono soprattutto l'inflazione, arrivata ai massimi degli ultimi 40 anni, e l'aumento dei tassi di interesse. Senza dimenticare altri fattori come l'aumento delle tariffe aeroportuali e dei prezzi dei biglietti aerei, che fanno temere un rallentamento delle spese di viaggio nella seconda metà dell'anno. Tali aumenti, però, serviranno anche a compensare il caro-carburante (+80% in un anno).

Tuttavia, i management delle compagnie minimizzano queste preoccupazioni, scommettono sui risparmi delle famiglie statunitensi e sull'aumento della domanda di viaggi, oggi ancora all'89% rispetto al 2019. Altri fattori che instillano ottimismo sono il traffico internazionale e le prenotazioni per gli spostamenti aziendali, che dovrebbero compensare il rallentamento dei movimenti per il tempo libero. E contro la carenza di personale alcune aviolinee, come American Airlines, stanno aumentando la paga base dei piloti. 

Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.