La sfida dei vettori aerei è quella di ridurre i costi, non di riempire i posti a sedere. Infatti, nonostante l'alta inflazione e la comparsa di nuove varianti di coronavirus la domanda di viaggi da parte dei clienti resta forte. Questo vale sia in Europa che negli Stati Uniti. Tuttavia, le aviolinee e gli aeroporti sono alle prese con la carenza di personale e questo influisce negativamente sulla loro operatività. E questo caos sta erodendo i loro profitti. 

È chiaro: i costi più elevati, determinati dal caro-carburante, e la carenza di personale stanno impedendo alle compagnie aeree di raggiungere l'obiettivo strategico della stagione estiva, che è quello di sfruttare appieno il rimbalzo. Non quello di riempire ad ogni costo i posti a sedere. 

Il vettore aereo Delta Air Lines è stata la prima grande compagnia statunitense a riportare i risultati finanziari per il secondo trimestre 2022. Il bilancio, pubblicato mercoledì scorso, segna un profitto di 735 milioni di dollari, ma anche costi sempre più elevati; ciò ha influenzato i mercati con il titolo in perdita del -4,5%.

Come altre aviolinee, Delta ha cancellato circa il 3% dei suoi collegamenti aerei in programma a giugno con l'obiettivo di limitare i ritardi e le cancellazioni. Inoltre, già dal 2021 ha assunto più di 18.000 dipendenti, riportando la sua forza-lavoro a circa il 95% delle dimensioni del 2019. Ma la ripresa, conti alla mano, è meno concreta di quanto possa apparire.

Infatti, anche se il settore sta beneficiando dell'aumento dei prezzi dei biglietti, ma le compagnie aeree sono ancora lontane dal raccogliere i profitti che hanno riportato nel 2019. Delta Air Lines ha affermato che il suo margine operativo è stato dell'11% a giugno, in calo del -6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per il terzo trimestre l'aviolinea prevede di registrare un margine operativo compreso tra l'11 ed il 13%.