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Enav: nominare si, ma occorre verificare il trascorso di ciascuno

Il vecchio, non sempre sostituisce il nuovo

Al via il risiko del Governo sulle nomine dei manager che andranno ad occupare gli scranni più alti del management delle grandi aziende a partecipazione pubblica. Tra queste c'è la Società nazionale assistenza volo (Enav). Secondo indiscrezioni alla guida del regolatore del traffico aereo potrebbe tornare Roberta Neri, che l'ha guidato per cinque anni dal 2015 al 2020, su nomina dell'allora presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi

AVIONEWS ha approfondito la questione ricercando alcuni articoli apparsi sul nostro archivio storico. Da questi emergono risvolti notevoli legati ad alcune figure che in precedenza hanno tenuto in mano le redini di Enav. Una di queste è l'ex amministratore unico Massimo Garbini, che aveva assunto la carica nel 2011.

Entrato in Enav nel 1991, per 10 anni lavora al Centro di controllo d'area (Acc) di Roma. Nel 2005 è nominato responsabile delle operazioni Atc di tutti gli aeroporti. Dal 2010 al 2011 è amministratore delegato di Techno Sky, per poi assumere il 22 Novembre 2011 la carica di amministratore unico della società Enav.

Nel 2015 è stato proprio Garbini a sostenere dall'interno la nomina di Neri alla carica di amministratore delegato del regolatore del traffico aereo. Una posizione assunta su indicazione dell'allora presidente del Consiglio dei ministri Renzi, anche con l'appoggio dell'allora ministro delle Riforme costituzionali e dei rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

Proprio in quell'anno, il 2015, Enav era a capitale totalmente pubblico, prima che Neri la trasformasse in una società quotata in Borsa. In quei mesi saltò fuori questa notizia sul (settimanale Panorama): da un anno il regolatore aveva aperto una società nel Delaware, uno stato americano lontano dagli occhi indiscreti del fisco. Poteva una società pubblica fare una mossa del genere? e Perché?

Passiamo poi al 2016. Le redini di Enav sono in mano a Neri. Alcuni dirigenti ribelli' vengono licenziati. Il motivo? Avere raccontato alcune cose strane che accadevano in azienda. Non solo il caso della società basata nel paradiso fiscale, ma anche il fatto che dal 2011 Enav si affidava ad imprese estere per l'acquisto di sistemi informatici, con un ricorso costante alla trattativa diretta. Meccanismo a cui non accedevano le aziende italiane. Perché accadeva questo? Se lo è chiesto allora anche la Guardia di Finanza, che aveva compiuto un blitz negli uffici di via Salaria.

Una riflessione morale si impone a questo punto. Oggi la Neri è sorprendentemente e nuovamente tra i papabili per la carica di amministratore delegato di Enav. Allora ci chiediamo se il Governo vaglierà al meglio le nomine, senza tralasciare di vagliare il trascorso di ciascun candidato come quello della Neri che presenta diversi interrogativi.

 Perché anche su questa base l'Italia potrà in un settore delicato come quello in cui opera Enav, in un contesto competitivo internazionale.

Gic - 1250315

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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