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Russia-Ucraina: 1500 militari italiani sul fronte est

Addestramento a colpi di mortaio, marce tra i boschi ed attacchi simulati con carri armati

L'Italia ha impegnato quasi 1500 militari in attività di deterrenza ed addestramento nel fianco orientale della North Atlantic Treaty Organization (Nato). Lì ogni giorno i nostri soldati si allenano fra colpi di mortaio, marce tra i boschi ed attacchi simulati con carri armati. Presenti anche quattro aerei Eurofighter. Si tratta di operazioni svolte a 200 chilometri dal confine russo. L'obiettivo è quello di contrastare la minaccia di un'espansione del conflitto fra Russia ed Ucraina. 

"Noi siamo lì ad addestrarci da ben prima che scoppiasse il conflitto", spiega il tenente colonnello Gerardo Secco, che guida il contingente italiano in Lettonia nella base militare di Adazi. Gli fa eco il comandante Massimiliano Careddu: "La cosa interessante è che riusciamo a condurre tutte quelle attività che normalmente in Italia è sempre più difficile fare all'interno delle nostre aree addestrative". Ma avverte il colonnello Andrea Fraticelli, comandante del contingente italiano in Bulgaria e di quello internazionale: "Nel caso di un'eventuale possibile aggressione siamo pronti ad intervenire". 

I contingenti italiani si trovano in Bulgaria, Lettonia ed Ungheria, dove si alternano a cadenza semestrale e sono impiegati nell'ambito della missione Nato che prevede il rafforzamento della presenza deciso nel 2016. I mezzi impiegati per le esercitazioni di terra sono veicoli blindati, carri armati, mortai ed altri componenti di artiglieria. In Europa orientale l'impiego del numero di militari italiani è aumentato di cinque volte dopo lo scoppio del conflitto. 

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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