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Il futuro dell'aviazione è il biocarburante

Ma oggi non disponibile su larga scala e costa quattro volte più del cherosene tradizionale

Il futuro dell'aviazione è il biocarburante. A sostenerlo la maggior parte degli esperti del settore. Questo combustibile prodotto da rifiuti di origine animale e vegetale potrebbe essere infatti la miglior strada per raggiungere un obiettivo globale: decarbonizzare, su vari step, il trasporto aereo entro il 2050. Tuttavia, c'è ancora molto da fare: il Sustainable Aviation Fuel (Saf) non è disponibile su larga scala e costa quattro volte più che il cherosene tradizionale.

L'attuale generazione di Saf, ossia carburante non prodotto con materie prime fossili (petrolio o gas), viene creato usando principalmente residui biogenici, come oli da cucina usati per la frittura o grassi esausti delle autofficine. Il Sustainable Aviation Fuel può consentire di abbattere fino al 75% delle emissioni totali di Co2 prodotte da un aereo. Il dato si riferisce ad un serbatoio del velivolo rifornito al 100% con biocarburante, ossia non miscelato.

Con questa modalità un velivolo B-787 della compagnia Virgin Atlantic lo scorso 28 novembre 2023 ha operato un volo da Londra a New York. L'aeromobile era totalmente alimentato da un carburante prodotto a partire da olio da cucina usato e prodotti a base vegetale. Ad oggi però, la maggior parte delle aerolinee può permettersi di volare con miscele all'1% o 2%. In ogni caso, la strada verso il futuro è delineata.

Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS

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