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Xi Jinping, Vladimir Putin e Kim Jong Un e Pezeshkian (Iran) alla parata a Pechino con altri 24 leader

Il blocco orientale sta crescendo, in netta contrapposizione rispetto all'Occidente - VIDEO

La parata militare organizzata il 3 settembre a Pechino per commemorare l'80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e dell'occupazione giapponese della Cina è stata l'occasione perfetta per il Paese per mandare un messaggio inequivocabile: mostrare al mondo, e in particolare agli Stati Uniti, la propria potenza e il proprio ruolo sempre più determinante a livello mondiale in netta contrapposizione con l'Occidente. 

Protagonisti dell'evento gli armamenti che la Cina ha voluto mettere ben in mostra, alla presenza del presidente cinese Xi Jinping, del russo Vladimir Putin e del nord coreano Kim Jong Un, a rappresentare il nuovo ordine mondiale che già ha iniziato a diventare sempre più evidente nei giorni scorsi al summit Shanghai Cooperation Organization (Sco) tenutosi a Tianjin, Cina (vedi AVIONEWS). Grandi assenti alla parata (ma presenti al summit) il premier indiano Narendra Modi, ed anche il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che però insieme a Modi ha preso parte al summit. 

Inoltre, tranne il premier slovacco Robert Fico ed il presidente serbo Aleksandar Vucic, gli esponenti dei Paesi occidentali non erano a Pechino, a sottolineare la distanza dal blocco orientale. 

Donald Trump ha rivolto i propri "auguri" per la celebrazione dell'anniversario scrivendo sulla propria piattaforma "Truth": "La grande domanda a cui rispondere è se il presidente cinese Xi menzionerà o meno l'enorme quantità di sostegno e 'sangue' che gli Stati Uniti d'America hanno dato alla Cina per aiutarla a garantire la sua libertà da un invasore straniero molto ostile. Che il presidente Xi ed il meraviglioso popolo cinese possano trascorrere una grande e duratura giornata di festa". "Vi prego di porgere i miei più sentiti saluti a Vladimir Putin e Kim Jong Un, mentre cospirate contro gli Stati Uniti d'America" ha aggiunto. "Nessuno stava tramando cospirazioni, nessuno stava tramando nulla" ha ribattuto il consigliere per la politica estera russo Yuri Ushakov

Nel corso della parata lungo il viale della Pace eterna a Pechino hanno sfilato uno dopo l'altro gli armamenti di cui l'Esercito popolare di liberazione attualmente dispone. Si sono distinti il missile balistico intercontinentale DF-61 a bordo di un camion ad otto assi, i missili con veicoli plananti ipersonici (Hgv), gli autocarri pesanti in grado di trasportare testate nucleari a velocità cinque volte superiori a quella del suono, una vasta gamma di droni -sia sottomarini che aerei-, i caccia stealth, i droni terrestri -alcuni dotati di mitragliatrici, altri adatti alla bonifica delle mine ed alla logistica- Awacs, ed armamenti ad energia diretta (laser) in una variante per la difesa aerea navale e l'altra per proteggere le truppe a terra. 

"Ciò che i cinesi stanno dimostrando è di possedere capacità autonome militari avanzate, di dispiegarle operativamente e di farlo più rapidamente di quanto si stia vedendo accadere in Occidente. E di farlo anche in volumi maggiori in termini di numero di armi schierate" ha spiegato alla stampa americana Malcolm Davis, analista senior in strategia di difesa presso l'Australian Strategic Policy Institute (Aspi). Secondo gli esperti del Center for Strategic and International Studies (Csis), la Cina inoltre avrebbe aumentato la propria spesa per la difesa di 13 volte negli ultimi 30 anni, cinque volte in più del Giappone e quasi sette in più della Corea del Sud, importanti alleati orientali degli Stati Uniti. Oggi infatti Washington, Seoul e Tokyo rappresentano un trio che si contrappone a Pechino, Mosca e Pyongyang, ma non è sempre stato così. Nel 2015 l'allora presidente della Corea del Sud Park Geun-hye aveva partecipato alle commemorazioni del 3 settembre, mentre Kim Jong Un era assente. Quest'anno invece il leader della Corea del Nord si trova in prima linea, mentre Lee Jae Myung, presidente della Corea del Sud -comunque ancora partner della Cina-, ha declinato l'invito e ha inviato all'evento solo il rappresentante del parlamento. Sintomo che in dieci anni il rapporto tra i Paesi è notevolmente cambiato delineando un nuovo ordine mondiale. In questo contesto, quale sarà il posto per l'Europa? 

Secondo fonti locali alla parata erano presenti il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif, il presidente del Vietnam Luong Cuong, il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian e il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa, il capo militare del Myanmar generale Min Aung Hlaing, il presidente mongolo Khurelsukh Ukhnaa, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, il primo ministro malese Anwar Ibrahim, il presidente delle Maldive Mohamed Muizzu, il primo ministro nepalese Kp Sharma Oli, presidente indonesiano Prabowo Subianto, il presidente del Congo Denis Sassou Nguesso, il re della Cambogia Norodom Sihamoni, il presidente di Cuba Miguel Díaz-Canel, il presidente del Laos Thongloun Sisoulith, il presidente del Kazakistan Qasym-Jomart Toqaev, il presidente del Tagikistan Emomalī Rahmon, il presidente del Kirkigistan Sadır Japarov, il presidente del Turkemistan Serdar Berdimuhamedow, il presidente dell'Azberbaijan İlham Əliyev e il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinyan

L’elenco conferma che la maggior parte dei partecipanti proveniva da Paesi con legami strategici o economici con la Cina, in particolare dall’Asia centrale e sud-orientale, e da alcune Nazioni africane e sud-americane. L’assenza di quasi tutti i leader occidentali di alto profilo ha sottolineato la natura geopolitica dell’evento come una dimostrazione di forza e di alleanze in contrapposizione all’Occidente. 

Sotto, il video della parata militare in Cina in occasione dell'80esimo anniversario dalla fine della guerra:

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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