Lettonia chiude lo spazio aereo orientale. Atto di cautela tra le tensioni con Mosca
Lungo i confini con Russia e Bielorussia. Lo dichiara il ministro della Difesa Sprūds

In risposta alle recenti incursioni aeree russe in Polonia e in concomitanza con le esercitazioni Namejs, Riga alza il livello di allerta per proteggere il proprio spazio aereo e quello della Nato
Una misura che risponde all'escalation delle tensioni nella regione: la Lettonia ha annunciato la chiusura temporanea del suo spazio aereo lungo i confini orientali con Russia e Bielorussia. La decisione, comunicata ufficialmente dal ministro della Difesa Andris Sprūds, entra in vigore oggi, 11 settembre, alle 18:00 ora locale e durerà per almeno una settimana, fino al 18 settembre 2025. Sebbene non ci sia una minaccia immediata, la misura è stata definita dal governo come un'azione preventiva e di alta allerta.
La dichiarazione ufficiale del ministro Sprūds, diffusa anche tramite un post sul suo account "X", fornisce un quadro chiaro delle motivazioni che hanno portato a questa drastica scelta. “In base alla valutazione dell'Esercito lettone, stiamo chiudendo la zona di spazio aereo della Lettonia vicino al confine orientale con la Bielorussia e la Russia. La zona di spazio aereo sarà chiusa da oggi alle 18:00 per almeno una settimana – fino al 18 settembre. Non c'è una minaccia immediata, ma l'Esercito è in stato di massima allerta durante le esercitazioni di difesa nazionale denominate Namejs. Questo ci permetterà di controllare pienamente la zona di spazio aereo riservata e faciliterà il rilevamento di oggetti volanti non autorizzati. Libererà la zona di spazio aereo riservata per gli aerei caccia della missione Nato di pattugliamento aereo baltico e la nostra difesa aerea. Consentirà di testare in modo intensivo i sistemi di sorveglianza acustica dello spazio aereo, di effettuare simulazioni di droni e anti-droni, e di schierare e addestrare unità di combattimento mobili aggiuntive”.
La decisione arriva in un momento di particolare fermento militare e di esercitazioni su vasta scala nella regione. L'azione della Lettonia infatti coincide con lo svolgimento delle esercitazioni nazionali di difesa Namejs appunto, che si tengono annualmente nel Paese dal 2014 (quest'anno dal 2 settembre all'8 ottobre). Inoltre, è previsto per il 12 settembre l'inizio delle esercitazioni militari su larga scala della Russia, le Zapad, un evento che ha storicamente aumentato la preoccupazione tra i paesi baltici.
Intervistato da "LTV Rīta panorāma", il comandante delle Forze armate nazionali lettoni (NBS), Kaspars Pudāns, ha collegato direttamente la chiusura dello spazio aereo alle recenti provocazioni russe, in particolare alle violazioni da parte dei droni avvenute in Polonia nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2025 (vedi notizie AVIONEWS 1 e 2). Pudāns ha spiegato che a differenza della situazione a terra, le dinamiche e le velocità in aria rendono l'ambiente più vulnerabile a provocazioni inaspettate, giustificando la necessità di un'azione rapida per garantire il pieno controllo. La chiusura, secondo il comandante, reindirizzerà il traffico aereo civile, permettendo un processo decisionale più celere in caso di emergenza.
La Lettonia non è il primo alleato Nato a reagire con forza. Dopo le incursioni dei droni russi in Polonia, l'Agenzia polacca per la navigazione aerea ha introdotto significative restrizioni al traffico aereo, inclusi divieti di volo per droni civili e limitazioni notturne per tutti gli altri voli, con validità fino al 9 dicembre 2025 (vedi notizia AVIONEWS). Anche la Lituania aveva temporaneamente chiuso parte del suo spazio aereo il 21 agosto 2025 a seguito di violazioni da parte di droni russi nel mese di luglio, uno dei quali si era schiantato vicino al confine e un altro aveva sorvolato la capitale Vilnius con un carico esplosivo. Nonostante la crescente preoccupazione, l'Estonia rimane l'unico Stato baltico a non aver imposto nuove restrizioni lungo il suo confine orientale. Tuttavia, il ministero degli Affari Esteri estone ha presentato una protesta formale alla Russia il 7 settembre scorso, dopo che un elicottero militare Mi-8 russo aveva violato il suo spazio aereo per circa quattro minuti nei pressi dell'isola di Vaindloo. Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, definì l'incidente "grave e deprecabile".
Namejs 2025
L'esercitazione coinvolge soldati e membri della Guardia Nazionale di tutte le unità delle Forze armate lettoni, compresi soldati di leva, riservisti e personale delle forze armate alleate. Organizzata in collaborazione con il quartier generale della Divisione multinazionale nord della Nato, coinvolge truppe alleate provenienti da Stati Uniti, Estonia e Lituania, nonché personale del quartier generale della Brigata multinazionale della Nato in Lettonia, della Nato Force Integration Unit Lettonia e della Task Force Lettonia sotto il comando delle Forze armate canadesi.
Nell'ambito di Namejs 2025 le Forze armate nazionali collaborano strettamente con la Forza di Spedizione Congiunta (Jef) per garantire una tempestiva consapevolezza della situazione, attuare misure di deterrenza e rafforzare le capacità di risposta collettiva nella regione baltica. Questa cooperazione dimostra l'unità e la prontezza degli Stati membri della Jef ad agire rapidamente in caso di minaccia, migliorando al contempo l'interoperabilità e perfezionando le procedure operative. E' prevista la cooperazione con gli ingegneri militari delle forze armate britanniche per sviluppare capacità di supporto ingegneristico e rafforzare l'interoperabilità durante l'addestramento congiunto e le operazioni condotte in Lettonia. L'esercitazione riunisce circa 12.000 soldati lettoni e alleati, nonché membri della Guardia nazionale.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency