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Avio spinge sull'espansione Usa con 400 mln: il disimpegno di Leonardo ridefinisce lo Spazio italiano

Il piano decennale finanziato dal maxi-aumento di capitale punta a motori a propellente solido e ruolo chiave negli States

Il primo socio (28,75%) si sfila dai lanciatori, concentrandosi sui satelliti con Airbus e Thales

Avio SpA ridefinisce la propria traiettoria strategica, proiettandosi con decisione sul mercato globale e della difesa, in particolare negli Stati Uniti, dopo il via libera dell'assemblea degli azionisti all'aumento di capitale fino a 400 milioni di euro (approvato ieri 23 ottobre 2025, vedi notizia AVIONEWS). L'iniezione di liquidità è lo strumento per finanziare un ambizioso piano di crescita decennale, che come evidenziato dall'azienda di Colleferro, Roma, , mira a potenziare la capacità produttiva in Italia e all'estero e ad incrementare l'integrazione verticale.

Il fulcro del piano strategico di Avio è l'espansione oltreoceano. I capitali raccolti serviranno in primo luogo per la realizzazione di un nuovo impianto negli Stati Uniti dedicato alla produzione di motori a propellente solido (Srm). Questo investimento è cruciale, poiché mira a colmare l'attuale gap tra domanda e offerta di Srm nel mercato Usa, un settore della difesa che secondo le stime ha un valore di circa 1,7 miliardi di dollari ed è previsto in forte crescita. L'obiettivo di Avio è conquistare significative quote di mercato.

Contemporaneamente l'industria consolida il suo ruolo in Europa, intensificando i lanci del vettore Vega-C aggiornato e dedicando risorse allo sviluppo del Vega-E, la prossima generazione di lanciatori. Il progetto Vega-E è pienamente finanziato grazie ad un recente contratto da 350 milioni di Euro siglato con l'Agenzia spaziale europea (Esa) per lo sviluppo fino alla fase di qualificazione a terra. L'azienda guidata da Giulio Ranzo mira così a rafforzare l'autonomia strategica europea nel settore spaziale, in competizione diretta con colossi come SpaceX. 

L'accelerazione di Avio avviene in un clima di riassetto strategico dell'industria aerospaziale italiana, segnato dal netto disimpegno di Leonardo. Il principale azionista di Avio, con una quota del 28,75%, ha scelto di non partecipare all'aumento di capitale, accettando la diluizione della propria partecipazione. La decisione di Leonardo, benché anticipata dalle indiscrezioni finanziarie, ufficializza l'uscita dai lanciatori, non più considerati strategici. Questa presa di distanza è stata formalizzata lo stesso giorno dell'assemblea Avio con l'annuncio di un accordo tra Leonardo, Airbus e Thales per dar vita ad una joint-venture europea focalizzata sulle attività spaziali e satellitari, escludendo esplicitamente il segmento dei lanciatori (vedi notizie AVIONEWS 1 e 2). Il riorientamento di Leonardo, guidato da Roberto Cingolani, è un'inversione di rotta rispetto all'incremento della partecipazione in Avio avvenuto solo cinque anni prima, nel maggio 2020. 

Nonostante la defezione del socio di riferimento, l'operazione di ricapitalizzazione è blindata grazie all'accordo di pre-underwriting con Jefferies e Morgan Stanley, che si sono impegnate a garantire l'eventuale inoptato fino a 400 milioni di euro. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Adolfo Urso, aveva già confermato nei mesi precedenti che il dossier Avio era "all'attenzione del Governo", a testimonianza dell'importanza strategica nazionale del Gruppo. Tra gli altri soci, la holding della famiglia Del Vecchio, Delfin (circa 4%), ha manifestato l'interesse a valutare l'adesione all'aumento.

La risposta del mercato è stata significativa: nonostante la notizia del disimpegno di Leonardo e l'alta volatilità del titolo nelle scorse settimane, la performance di Avio da inizio anno registrava, prima dell'annuncio, un incremento di oltre il 220%, riflettendo la fiducia degli investitori nelle potenzialità di crescita del piano, anche senza la partecipazione diretta di Leonardo.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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