"Codici": "volo da incubo" per un trentenne al ritorno da un viaggio a Fatima
Il passeggero è stato costretto ad imbarcare in stiva la borsa con i farmaci salvavita
				"Codici", Centro per i diritti del cittadino, rende noto in un comunicato-stampa quanto segue: "Una storia che ha dell’incredibile. Una vicenda in cui le misure prevalgono sulla salute e sul buon senso. Il protagonista è un ragazzo, un 30enne del Triveneto affetto da fibrosi cistica. Una malattia rara e grave, per la quale segue regolarmente terapie presso centri specializzati di Treviso e Verona. Pochi giorni fa, il 30 ottobre, ha vissuto un’esperienza che difficilmente dimenticherà. È la mattina di giovedì, si trova all’aeroporto di Lisbona per imbarcarsi su un volo Ryanair diretto allo scalo di Bergamo-Orio al Serio, per tornare a casa. Un viaggio al termine di un’esperienza particolare, che si è trasformato in un incubo.
'Mi trovavo in Portogallo per un breve viaggio a Fatima, motivato dal mio stato di salute e dal desiderio di pregare per il mio benessere –racconta il ragazzo, che ha deciso di contattare l’associazione Codici per denunciare l’accaduto e richiedere assistenza–. Come in ogni altro viaggio, avevo con me il mio bagaglio a mano abituale, composto da uno zainetto leggero in tela pieghevole e da una borsa contenente i miei farmaci salvavita, accompagnati da prescrizione medica in doppia copia, firmata e certificata dal dottore del Centro fibrosi cistica dell’ospedale di Treviso. Il giorno del ritorno, era la mattina del 30 ottobre, sono stato vittima di un comportamento che ritengo molto grave da parte del personale di imbarco della compagnia'.
Stando al racconto del 30enne, gli addetti all’imbarco si sarebbero dimostrati tutt’altro che attenti alla sua condizione, mettendolo in seria difficoltà. Prima la richiesta di pagare un supplemento per poter imbarcare la borsa, poi quella di inserire lo zaino nella 'gabbia' per misurare il bagaglio nonostante fosse visibilmente conforme alle dimensioni consentite.
'Secondo la normativa europea, terapie e farmaci salvavita non devono essere conteggiati come bagaglio a mano –osserva il ragazzo–. L’ho fatto presente agli addetti di imbarco, ma non c’è stato niente da fare. Ho cercato di spiegare che la borsa aggiuntiva conteneva esclusivamente farmaci e documentazione medica, ma mi è stato risposto che il problema non era quello. Preso dal panico e dall’umiliazione, ho chiesto di parlare con un supervisore, ma mi è stato detto che così avrei perso il volo. A quel punto ho fornito la carta di credito e mi sono stati addebitati 60 Euro. Come se non bastasse, mi è stato imposto di depositare il bagaglio in stiva, privandomi quindi anche dell’accesso immediato ai farmaci salvavita durante il volo. Quanto accaduto è stato per me profondamente traumatico –conclude il 30enne–, oltre che una violazione dei miei diritti come passeggero e come persona affetta da patologia cronica riconosciuta'.
Da qui la decisione di denunciare l’accaduto segnalandolo a Codici, da anni impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini anche nel settore viaggi. L’associazione dei consumatori si è subito attivata con l’ufficio legale per chiedere chiarimenti alla compagnia sul comportamento del personale di imbarco ed il risarcimento per quanto patito dal passeggero.
'Non è la prima volta che riceviamo segnalazioni per problematiche con Ryanair –dichiara Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici– e, purtroppo, ci troviamo a fare i conti con un comportamento tutt’altro che disponibile da parte della compagnia. L’ultimo caso è quello dei disservizi registrati dai passeggeri con il check-in on-line, che tra l’altro ora diventerà obbligatorio, tagliando fuori una fetta importante di viaggiatori. Quanto accaduto dal ragazzo al rientro a casa dopo un viaggio a Fatima è inammissibile. Ci auguriamo che, almeno questa volta, Ryanair si dimostri attenta alle istanze dei propri clienti'.
'Quanto riferito dal passeggero è molto grave –afferma Stefano Gallotta, consulente legale di Codici esperto del settore viaggi– ed è in contrasto con la normativa europea, che impone ovviamente alle compagnie di consentire il trasporto in cabina di farmaci salvavita e l’accesso agli stessi. Costringere un passeggero affetto da patologia cronica a imbarcarli in stiva, peraltro dietro pagamento di un supplemento, viola anche i doveri di assistenza e attenzione imposti anche dal Regolamento Ce n. 1107/2006. Va ricordato che in aereo la pressione è più bassa e la disponibilità di ossigeno è ridotta: una condizione che può risultare particolarmente rischiosa per i pazienti con fibrosi cistica, rendendo ancor più grave la privazione dell’accesso immediato ai farmaci'.
L’associazione Codici fornisce assistenza ai passeggeri in caso di problemi con il volo, come ritardi e cancellazioni, carenze nell’assistenza e difficoltà in fase di acquisto del biglietto o di check-in on-line".
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