Shutdown storico: rientrano i dipendenti federali, molti senza paga
Legge d'emergenza fino al 30 gennaio, ma rimane l'incertezza e le famiglie in difficoltà
Le strade e i marciapiedi di Washington sono tornati a popolarsi giovedì, quando migliaia di dipendenti federali hanno ripreso servizio dopo il più lungo shutdown della storia recente. Non tutti, però, hanno potuto riappropriarsi della normalità: alcuni, come Lee Hardwick, analista gestionale di 62 anni, hanno continuato a lavorare per l'intera durata —43 giorni— senza ricevere stipendio. Lo stallo del Congresso sul bilancio ha coinvolto oltre un milione di funzionari. Chi era considerato “essenziale”, in primis i controllori del traffico aereo, ha garantito la continuità dei servizi critici, mentre molti altri sono stati posti in congedo temporaneo, con reddito azzerato e gravi difficoltà economiche. Le immagini diffuse nei giorni scorsi mostrano code ai punti di distribuzione di generi alimentari nei sobborghi della capitale e lavoratori in attesa di notizie.
Mercoledì il presidente Trump ha firmato una legge che riporta i finanziamenti federali fino al 30 gennaio, frutto di un compromesso tra repubblicani ed alcuni democratici moderati. L'accordo ha permesso di ripristinare operatività e servizi: il traffico aereo è tornato a livelli normali dopo giorni di ritardi e cancellazioni dovuti alla carenza di personale; musei ed istituzioni pubbliche chiuse durante lo shutdown si apprestano a riaprire. Molti dipendenti hanno declinato interviste, riflesso della tensione politica che ha caratterizzato la crisi. Un funzionario rimasto anonimo ha osservato come, quando i “giganti” litigano, a pagare siano i più deboli — evocando un proverbio popolare. C'è ora la speranza che l'episodio serva da lezione e che, qualora si ripresentasse una scadenza simile, la paralisi sarebbe breve. Per chi ha lavorato senza paga, però, la ripresa è solo il primo passo verso il recupero.
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