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Compagnie allungano orari sui biglietti aerei per ridurre i rimborsi

RimborsoAlVolo: dichiarare durate più lunghe compromette il diritto all'indennizzo Ue dei passeggeri

Secondo Giuseppe Conversano, amministratore delegato di RimborsoAlVolo, alcuni vettori aerei proteggono i profitti dichiarando sui biglietti tempi di volo più lunghi del reale per ridurre il numero di casi che danno diritto ad indennizzi. In Italia, spiega l'ad, i risarcimenti per ritardi aerei valgono tra i 170 ed i 200 milioni di Euro l’anno, con circa 650.000 passeggeri coinvolti. La normativa europea disciplina il diritto al risarcimento: il ritardo si misura confrontando l’orario di arrivo indicato sul titolo di viaggio con il momento in cui le porte vengono effettivamente aperte dopo l’atterraggio. Se il ritardo supera le tre ore, il passeggero può richiedere un indennizzo che va da 250 Euro per voli fino a 1500 km fino a 600 Euro per tratte oltre i 3500 km. 

Manipolare la durata indicata sul biglietto riduce quindi le chance che un ritardo reale raggiunga la soglia dei tre ore. Esempio operativo: un vettore dichiara arrivo alle 16 con durata prevista 2h45, mentre il volo impiega realmente 2h. Per scattare l’indennizzo da 250 Euro il deplaning dovrebbe avvenire dopo le 19 (tre ore dall’orario indicato). Se invece fosse stato riportato il tempo corretto (arrivo previsto alle 15:15), il diritto si sarebbe concretizzato già dalle 18:15: in pratica vengono sottratti 45 minuti ai passeggeri, con un evidente beneficio economico per la compagnia in caso di ritardi.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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