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CLARA MOSCHINI

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Interpellanza sul progressivo disimpegno del Gruppo Leonardo sul territorio campano

Effetti sul piano occupazionale ed industriale, futuro degli stabilimenti, tavolo istituzionale

Presentata dall'onorevole Carmela Auriemma (M5S)

"I sottoscritti chiedono di interpellare il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, il ministro dell'Economia e delle finanze, per sapere 

premesso che:

il Gruppo Leonardo rappresenta uno dei principali operatori industriali a livello nazionale ed internazionale nel settore dell'aerospazio, difesa e sicurezza, con una storica e strategica ed importante presenza sul territorio campano che garantisce livelli occupazionali alti in aree fortemente depresse sotto i profili economici ed occupazionali;

i siti Leonardo localizzati nei comuni di Pomigliano d'Arco, Giugliano, Nola, Bacoli (Fusaro) e Napoli (via Bleriot) impiegano migliaia di lavoratori altamente qualificati e rappresentano un patrimonio produttivo e tecnologico irrinunciabile per l'intera filiera aerospaziale del Mezzogiorno;

il settore aeronautico è cruciale per l'economia regionale e nazionale e garantisce occupazione qualificata, innovazione tecnologica, ricerca avanzata ed attrazione di investimenti pubblici e privati. Inoltre, le sedi campane storiche del gruppo, nel tempo, sono diventanti centri economici e produttivi con una importante economia di indotto la quale fornisce sostegno a migliaia di famiglie;

così come l'Aerotech Campus, centro di ricerca e alta formazione in collaborazione con l'Università 'Federico II', presente presso il sito di Pomigliano d'Arco, in pochi anni è divenuto una realtà di ricerca e sviluppo importante per tutto il Sud Italia;

in data 23 giugno 2025, nel corso del coordinamento dei delegati Fiom dei siti Leonardo in Campania, è emersa una diffusa e motivata preoccupazione in merito alla strategia aziendale, che segnala un progressivo disimpegno industriale dal territorio campano;

le relazioni industriali tra Leonardo e le rappresentanze sindacali risultano da tempo gravemente deteriorate: importanti decisioni aziendali (come la cessione del ramo Wass a Fincantieri, la vendita del sito di via Bleriot o i trasferimenti di produzioni) sono state comunicate a posteriori o apprese a mezzo stampa;

il sito di Napoli di via Bleriot, strategico per posizione logistica, è stato alienato, comportando un nuovo trasferimento del personale e la perdita di potenziali sviluppi nei settori cyber e spazio;

il sito di Giugliano, già oggetto di chiusura con il piano Oif 2022, è stato riconvertito in hub logistico, ma il progetto della fonderia è stato cancellato per mancata assegnazione di fondi pubblici, senza che Leonardo abbia compensato con risorse proprie;

a Fusaro, gli investimenti legati al trasferimento delle attività da Giugliano hanno accumulato ritardi di oltre due anni, compromettendo le sinergie produttive previste;

a Pomigliano d'Arco, circolano voci insistenti circa la rimozione della missione produttiva, con trasferimenti verso Nola, senza chiarezza sugli sviluppi futuri e sul destino degli investimenti pubblici (esempio progetto Nemesi);

anche il sito di Nola, seppure operativo e prossimo alla saturazione con l'A-220, risulta al centro di indiscrezioni circa una possibile integrazione nella joint-venture con il fondo saudita Pif, ipotesi non condivisa con i sindacati e mai formalmente smentita dall'azienda;

le organizzazioni sindacali nazionali hanno già dichiarato inaccettabile qualsiasi ipotesi di scorporo della business unit aerostrutture o di operazioni societarie che ne compromettano l'integrità;

la riduzione della presenza produttiva di Leonardo in Campania rischia di avere effetti devastanti sul tessuto economico, sociale e occupazionale locale, compreso l'indotto di piccole e medie imprese del territorio;

la cessione di asset industriali in aree del Mezzogiorno, specie da parte di gruppi a partecipazione pubblica, rappresenta una grave incoerenza rispetto alle politiche nazionali per il riequilibrio territoriale;

non risulta attualmente attivata una strategia di interlocuzione forte e sistematica da parte del Governo volta a contrastare questo trend–:

se siano a conoscenza del progressivo disimpegno del Gruppo Leonardo sul territorio campano, come denunciato dalle rappresentanze sindacali, e quali ripercussioni siano state stimate sul piano occupazionale ed industriale;

se siano stati chiesti chiarimenti ufficiali all'azienda in merito al futuro degli stabilimenti di Pomigliano, Giugliano, Nola, Fusaro (Bacoli) e via Bleriot, alla cessione del ramo d'azienda Wass, alla presunta joint-venture con il fondo saudita Pif;

se il Governo abbia verificato, per quanto di competenza, la destinazione delle risorse ottenute da Leonardo attraverso la vendita di immobili acquisiti con fondi pubblici destinati allo sviluppo del Mezzogiorno;

se intendano promuovere un tavolo istituzionale permanente con l'azienda e le parti sociali per monitorare l'attuazione degli impegni industriali di Leonardo e definire un piano produttivo che mantenga tutti i siti campani ed i livelli occupazionali". (2-00653) 

Auriemma, Amato, Ascari, Baldino, Bruno, Cantone, Caso, Alfonso Colucci, Di Lauro, D'Orso, Giuliano, L'Abbate, Morfino, Orrico, Pellegrini, Penza, Quartini, Marianna Ricciardi, Santillo, Sportiello

red/f - 1264756

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