L'Europa unita per la sicurezza di Kiev: 26 Paesi varano un piano di garanzie post-conflitto
Impegno dei "Volenterosi" per sicurezza su terra, mare e aria, con il sostegno Usa. I termini del piano

L'Europa si è unita per forgiare un nuovo patto di sicurezza con l'Ucraina. Dopo la storica riunione all'Eliseo, che ha visto impegnarsi 26 Paesi (per l'America, presente l'inviato speciale Steve Witkoff), sotto la guida del presidente francese Emmanuel Macron e del primo ministro britannico Keir Starmer, e che ha visto anche l'intervento di Donald Trump, il quale in videocollegamento ha espresso la posizione degli Usa, è stato annunciato un ambizioso piano di garanzie di sicurezza. L'accordo, formalizzato ieri 4 settembre, è stato presentato in una conferenza-stampa congiunta dal presidente francese Macron e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Concepito per entrare in vigore "non appena le armi taceranno", mira a blindare l'Ucraina contro future aggressioni, rendendola per la Russia un "porcospino d'acciaio".
Il triplice livello della strategia europea
La strategia si basa su tre pilastri interconnessi, pensati per offrire un supporto a 360 gradi a Kiev. Il primo livello, definito "porcospino d'acciaio", prevede una cooperazione illimitata tra l'Ucraina e l'Occidente per armare fino ai denti le forze militari di Kiev. L'obiettivo è un'integrazione a lungo termine dell'industria della difesa ucraina con quella europea, con ingenti finanziamenti per garantire mutui benefici. In questa visione, l'Ucraina diventerà il bastione principale della difesa continentale contro le ambizioni imperiali del Cremlino.
Il secondo livello, noto come "boots on the ground", prevede il dispiegamento di un contingente multinazionale in Ucraina. Sebbene sia stata esclusa la presenza di truppe al fronte, si è discusso di una "forza di rassicurazione" da 20-25mila soldati guidata da Londra e Parigi, che si posizionerà nella parte occidentale del Paese, vicino alle linee di rifornimento della Nato. L'Italia e la Polonia hanno già chiarito che non invieranno truppe ma contribuiranno in altre forme, mentre la Germania si è riservata di decidere "a tempo debito". Le garanzie in stile Articolo 5 della Nato proposte dall'Italia si inseriscono in questo scenario per rassicurare ulteriormente Kiev.
Il terzo e ultimo livello, il cosiddetto "backstop" di Washington, sottolinea il ruolo insostituibile degli Stati Uniti. L'Europa, con le sue forze armate indebolite da decenni di tagli alla spesa militare, non può agire da sola. Il supporto operativo degli Usa, attraverso l'intelligence, i satelliti, i droni e gli aerei da trasporto, è considerato essenziale per l'attuazione del piano.
Reazioni internazionali: da Trump a Mosca
La notizia ha scatenato reazioni contrastanti a livello internazionale. Il presidente statunitense Trump, che come detto ha partecipato alla riunione in videocollegamento, ha espresso molto chiaramente la volontà degli Stati Uniti di far parte del piano. Ha però rincarato la dose sul fronte energetico, chiedendo esplicitamente all'Europa di interrompere gli acquisti di greggio russo, ritenuti un finanziamento diretto alla guerra. Una richiesta che ha messo in evidenza le spaccature interne alla coalizione, con Ungheria e Slovacchia che si oppongono fermamente a un'interruzione delle forniture.
La Russia, da parte sua, ha condannato con forza il progetto. Il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Galuzin, ha ribadito che il dispiegamento di truppe europee in Ucraina è inaccettabile e ha espresso rammarico per la mancanza di volontà, da parte di Kiev e dei suoi sponsor, di cercare soluzioni pacifiche.
Nel frattempo, Mosca ha stretto i legami con Pechino: il presidente russo Vladimir Putin, in visita in Cina per il summit del 31 agosto-1° settembre nell'ambito del vertice della Shanghai Cooperation Organisation (Sco) a Tianjin -dove ha avuto incontri bilaterali con il presidente cinese Xi Jinping e col leader nord-coreano Kim Jong-un, e dove ha incontrato anche il premier indiano Narendra Modi, vedi notizie AVIONEWS 1 e 2-, ha firmato accordi per la fornitura di 106 miliardi di metri cubi di gas all'anno, un'enorme "alternativa" alle forniture europee.
Mentre la diplomazia lavora ad un futuro di pace, la guerra sul campo continua purtroppo a mietere vittime. La strada per l'attuazione del piano è ancora lunga, ma intanto l'accordo di Parigi segna un passo significativo verso una nuova architettura di sicurezza in Europa.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency