"Reas 2025": conclusa 24esima edizione fiera emergenza
Videomessaggio del ministro Musumeci, intervento di Ciciliano (Dpc)

Nuovo risultato record per “Reas 2025”. La ventiquattresima edizione del salone internazionale dell’emergenza ha visto infatti oltre 30 mila presenze dall’Italia e da più di 50 Paesi di tutto il mondo, con volontari e professionisti che negli ultimi tre giorni (3-4-5 ottobre) hanno affollato gli 8 padiglioni del Centro Fiera di Montichiari (Brescia). In crescita anche il numero degli espositori, con gli stand di 311 aziende, enti ed associazioni dall’Italia e da altri 24 Paesi esteri, su una superficie espositiva totale di oltre 30 mila metri quadrati. Ezio Zorzi, direttore generale del Centro fiera di Montichiari ha dichiarato: “La sfida che ci attende adesso, in vista della prossima venticinquesima edizione già fissata dal 2 al 4 ottobre 2026, è di ampliare e migliorare ulteriormente la nostra proposta espositiva e formativa per andare incontro alle richieste di tutto il comparto dell’emergenza e della protezione civile”.
“Reas 2025” ha ricevuto un videomessaggio dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci (vedi AVIONEWS), e ha visto anche la presenza del capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabio Ciciliano, che è intervenuto al “Tavolo Giovani” organizzato dallo stesso Dipartimento (vedi AVIONEWS).
“L’intero mondo dell’associazionismo, anche nel settore della protezione civile, sta vivendo un momento di crisi: si avvicinano meno persone e non solo a causa del calo demografico, che è sicuramente una causa ma non l’unica”. E’ quanto ha affermato il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano. “Il 60% della forza-lavoro durante le emergenze è gestita dal volontariato”, ha proseguito il capo Dpc. "E’ un valore aggiunto. Ora dobbiamo sviluppare l’attività nei confronti dei giovani, dobbiamo cercare di ragionare con i giovani e per i giovani. E’ necessario che siano proprio i giovani a dire quali potrebbero essere le migliori strategie da mettere in campo per far sì che le attività di protezione civile, e soprattutto la formazione degli operatori, rimangano all’interno di questi gruppi di volontariato, perché sviluppare la conoscenza e la competenza significa sviluppare il mondo della prevenzione e della cultura”.
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