Il memorandum d’intesa siglato tra Leonardo, Thales ed Airbus (vedi AVIONEWS) mira a dar vita ad un vero campione europeo nel settore spaziale e della difesa. Secondo i termini resi noti, il consorzio francese si troverebbe a detenere il 67,5% della nuova joint-venture, più del doppio della partecipazione attribuita a Leonardo. 

Per Alessandro Alfieri (Pd), membro della commissione Affari esteri e Difesa e responsabile per Riforme e Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), l’aggregazione industriale è una leva necessaria per concentrare risorse e sbloccare investimenti che singoli Stati difficilmente potrebbero sostenere, soprattutto quando si tratta di programmi spaziali caratterizzati da tecnologie a doppio uso e richieste di capitale rilevanti. 

Il senatore ricorda come la collaborazione italo‑francese non sia una novità —l’esperienza con Alenia e Thales ne è esempio— e valuta con prudente realismo la nuova configurazione azionaria: la concentrazione francese non lo inquieta di per sé, poiché molto dipenderà dalle clausole statutarie, dai patti di sindacato e dagli equilibri di governance che saranno concordati. Nel suo giudizio politico e strategico prevale l’urgenza di costruire un attore europeo competitivo per reggere il confronto con gli Stati Uniti. Per l’Italia, isolarsi non è opzione percorribile: servono alleanze industriali solide per preservare capacità tecnologiche nazionali e per posizionarsi efficacemente nei programmi spaziali continentali.