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CLARA MOSCHINI

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Vettori aerei. Il progetto ITA ed una sua possibile (brutta) conclusione

Considerazioni sull’interessamento di Lufthansa e Msc

Il management di ITA Airways, compagnia nata dalle ennesime ceneri di Alitalia, non appare in grado di perseguire con forza e coerenza il proprio piano industriale, prefigurato a suo tempo come salvifico per l’intero settore del trasporto aereo in Italia. 

ITA, posseduta al 100% dal ministero dell'Economia e delle finanze (Mef), era infatti stata presentata come una nuova possibilità concessa allo Stato italiano per tornare di diritto nel gotha dei grandi trust aeronautici internazionali.

Al momento però appare forse fin troppo chiaro come la politica, per mezzo dei propri manager assegnati ai posti di comando della nuova compagnia, non riesce a dare un senso a quello che avrebbe dovuto essere il nuovo vettore nazionale. Avendo come unica blanda giustificazione il fatto che ciò non è mai riuscito nella storia della vecchia Alitalia.

Sin da subito si è infatti avuto sentore che i sbandierati intenti fossero ben distanti dall’affascinante ma dura realtà di un code-sharing strategico, di una programmazione fattuale, financo della pianificazione dei turni del personale navigante. 

A suo tempo il ceo Fabio Lazzerini disse di aver modificato il piano industriale decine di volte per ottemperare ai legittimi desiderata dell’Unione europea, così da ottenere il prestito-ponte necessario a realizzare, parliamoci chiaro, quantomeno una minima salvaguardia del perimetro occupazionale di un'Alitalia che senza la pandemia sarebbe già definitivamente finita tra le fila dei numerosi fallimenti aeronautici dell’ultimo decennio. 

Ma modificare un piano industriale così tante volte evidenzia da un lato il fatto che se tutto va bene tutto andrà male e dall’altro la mancanza di una visione sia di medio che di lungo periodo, fondamentale questa all’interno di sistemi socio-tecnici complessi come quello aeronautico.

Adesso è all’attenzione del management la possibile acquisizione di una quota di minoranza da parte di Lufthansa. Dopo aver già restituito oltre il 75% degli aiuti di Stato ricevuti durante la crisi per il Covid (già comprendere il significato di già restituito sarebbe un successo per qualcuno) alla compagnia tedesca è stato infatti revocato dall’Unione europea il divieto di fare ulteriori acquisizioni così che il vettore tedesco si sta muovendo per ridefinire parte del suo perimetro.

Se a questo aggiungiamo che ITA già a dicembre era attiva per cercare un partner a cui affidare le proprie rotte regional non profittevoli con aeromobili medi come gli Airbus A-320 posseduti, potrebbe Lufthansa volersi inserire in questo ragionamento? Per propri fini in ogni caso, così da scaricare piloti ed aerei Embraer 195 regional della controllata Air Dolomiti, da molto tempo in perdita, nel calderone industriale italiano?

A quel punto Lufthansa potrebbe andare via per gli intricati meccanismi di un settore in continuo mutamento, coprendo financo le vecchie rotte, se ancora ritenute valide, con un’altra delle sue controllate?

Resterebbe allora solo Msc, l’altro attore resosi ora disponibile alla partnership acquisitoria. Compagnia marittima attiva nel settore delle crociere, delle spedizioni e della logistica. Fondata da Gianluigi Aponte, già parte della cordata dei capitani coraggiosi della vecchia Cai (Compagnia aerea italiana), Msc potrebbe utilizzare quel che resta di ITA come compagnia charter per trasportare i propri passeggeri crocieristici e freighter per le proprie merci.

That’s all folks.

Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.

red - 1241851

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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