Al via in queste ore il vertice dei leader politici dei Paesi dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), che si tiene nella città di Samarcanda, in Uzbekistan. C'è grande attesa per l'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin, arrivato nella notte di ieri, e quello cinese Xi Jinping, giunto anche lui al vertice ieri sera. 

Si tratta del primo faccia a faccia tra i due dopo l'invasione militare russa in Ucraina. Inoltre, è il primo viaggio all’estero del leader cinese dopo l’inizio della pandemia, ormai due anni e mezzo fa. Al vertice sono presenti diverse figure ascrivibili ad una sorta di fronte anti-occidentale: Putin in guerra con l'Ucraina; il primo ministro indiano Narendra Modi che si è astenuto sulla risoluzione Onu di condanna a Mosca; il presidente iraniano Ebrahim Raisi impegnato in un braccio di ferro sul programma nucleare contro gli Stati Uniti; il capo di Stato turco Recep Tayyip Erdoğan che appare come un cavaliere solitario all'interno della Nato.

L’elemento in comune al vertice è la volontà di rimettere in discussione il presunto dominio occidentale sul globo. Il primo obiettivo dell'incontro è quello di dimostrare che nel mondo attuale le sanzioni economiche dell’Occidente non sono sufficienti per isolare un Paese. Ma il caso russo mostra che ciò è quantomeno discutibile. Il secondo obiettivo invece è complesso: coordinare una posizione comune tra i Paesi Sco in un momento di crisi mondiale acuta.