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CLARA MOSCHINI

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Usa: shutdown mette in forse i futuri programmi della Nasa?

Paralisi politica a Washington minaccia i piani per il sorvolo lunare del 2026

Mentre migliaia di dipendenti sono in congedo, solo il nucleo essenziale del programma Artemis resta operativo

Ad una settimana dall'inizio dello shutdown del Governo Federale degli Stati Uniti scattato il 1° ottobre 2025 per la mancata approvazione di una legge di finanziamento da parte del Congresso, la Nasa (l'Agenzia spaziale americana) è entrata in uno stato di operatività ridotta. L'agenzia, pilastro delle ambizioni lunari americane, ha sospeso la maggior parte delle sue attività ordinarie, incluse le comunicazioni pubbliche e la ricerca, lasciando nell'incertezza i tempi di realizzazione del programma Artemis, cruciale per la nuova corsa allo spazio.

In base al Piano di Contingenza per l'assenza di stanziamenti (NasaContinuity of Appropriations Plan) rivisto il 29 settembre scorso, l'agenzia ha dovuto mettere in congedo non retribuito (furlough) circa 15.094 dei suoi 18.218 dipendenti civili. Solo il personale "eccettuato", le cui mansioni sono ritenute essenziali per la salvaguardia della vita umana e la protezione della proprietà governativa, continua a lavorare.

Tre sono le aree operative principali che la Nasa sta mantenendo attive con un personale ridotto: 

- Operazioni della Stazione spaziale internazionale (Iss): indispensabili per garantire la sicurezza degli astronauti in orbita.

- Operazioni satellitari: per il controllo di missioni critiche.

- Sviluppo e operazioni del programma Artemis: in un'importante novità rispetto ai precedenti shutdown, la Nasa ha incluso le attività relative al programma lunare tra le eccezioni, riconoscendone l'importanza strategica.

Nonostante questa esenzione, lo shutdown getta un'ombra sui preparativi in corso per Artemis II, la prima missione con equipaggio a sorvolare la Luna dall'era Apollo. Il lancio, previsto al Kennedy Space Center in Florida, ha una finestra temporale fissata per febbraio-aprile 2026, con una prima data utile indicata per il 5 o 6 febbraio 2026. La missione, della durata di circa dieci giorni, servirà a testare la navicella Orion e il potente razzo Space Launch System (Sls) in vista del successivo allunaggio con equipaggio di Artemis III. I lavori di assemblaggio del razzo e della capsula stanno procedendo, in collaborazione con i partner privati come SpaceX e Blue Origin che sono stati mobilitati, ma la sospensione delle attività di supporto, ricerca e pianificazione generale rischia di creare un accumulo di ritardi che potrebbero avere un impatto a cascata sul rigoroso cronoprogramma.

Tutte le altre funzioni non "eccettuate", come i programmi educativi, l'accesso pubblico ai centri Nasa e gran parte dei progetti di ricerca sono sospese. L'interruzione delle attività in un momento in cui la competizione globale nello spazio, in particolare con l'avanzamento dei piani lunari di Cina e Russia, si sta intensificando, solleva preoccupazioni sulla capacità degli Stati Uniti di mantenere il proprio slancio e la leadership nel settore aerospaziale. La Casa Bianca, per bocca del presidente, ha dichiarato che la crisi è una conseguenza del braccio di ferro politico con i democratici sulle spese per l'immigrazione e l'assistenza sanitaria. Nel frattempo i dipendenti "in ferie forzate" non riceveranno il loro stipendio fino a quando non verrà approvato un accordo di finanziamento.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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