It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Firmato a Sharm el Sheikh il Piano Trump per Gaza

Tregua a Gaza e rischio crisi di governo per Netanyahu: la firma infiamma Gerusalemme

Dopo l'annuncio del cessate il fuoco, la destra radicale minaccia di far cadere il premier, accusato di "tradimento" per le concessioni contenute nel patto

La diplomazia internazionale ha segnato un punto di svolta decisivo nel conflitto mediorientale: è stato firmato a Sharm el Sheikh il Piano di pace in 20 punti promosso dall'amministrazione del presidente americano Donald Trump. L'accordo, il cui contenuto finale è al centro delle attuali analisi politiche, è concepito per stabilizzare la regione e in particolare per imporre una tregua duratura nella Striscia di Gaza e ottenere il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas (vedi AVIONEWS 1 e 2 ).

Il contesto: dalla crisi di Gaza alla "Guerra dei 12 giorni"

La necessità di un accordo si è acuita dopo un periodo di violenza senza precedenti, iniziato con l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. La tensione è culminata tra maggio e giugno 2025: in quel periodo, l'escalation ha portato Israele a lanciare l'operazione "Rising Lion" il 13 giugno, un vasto attacco contro obiettivi nucleari e militari iraniani (come i siti strategici di Natanz e Isfahan). La risposta iraniana e il coinvolgimento indiretto degli Stati Uniti hanno portato a una "Guerra dei 12 giorni", conclusasi il 24 giugno con un cessate il fuoco annunciato dal presidente Trump, che aveva rivendicato la "vittoria" e la fine del conflitto tra Israele e Iran (vedi anche notizie AVIONEWS 1234 567). .

Successivamente il focus si è spostato sulla stabilizzazione di Gaza, con l'accordo di pace come strumento finale per la de-escalation e la restituzione degli ostaggi, come aveva chiesto lo stesso Trump in un appello del 29 giugno: "Fate l'accordo a Gaza. Riportate indietro gli ostaggi".

La firma e il terremoto politico in Israele

La firma dell'intesa avvenuta in questi minuti, che sancisce i termini del cessate il fuoco e di altre concessioni, era stata anticipata da giorni di intense trattative a Sharm el Sheikh.

Mentre l'amministrazione Usa esulta per il successo diplomatico, la formalizzazione dell'accordo ha innescato un terremoto politico immediato a Gerusalemme. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si trova ad affrontare una crisi di governo senza precedenti, scatenata dai suoi partner della  destra radicale. L'opposizione interna accusa Netanyahu di aver fatto concessioni inaccettabili all'Iran (considerato il principale nemico strategico regionale di Israele, che opera attraverso "mandatari" (proxies) come Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano) e ai gruppi palestinesi,  e di aver tradito la linea della "vittoria totale". 

I partiti di destra hanno immediatamente minacciato di uscire dalla coalizione, mettendo in serio pericolo la maggioranza e la sopravvivenza stessa del governo. La polemica, già accesa da tempo (Trump stesso aveva definito il processo in corso a Netanyahu una "caccia alle streghe"), è ora esplosa in una crisi istituzionale che potrebbe portare alla destituzione del primo ministro in un momento di estrema delicatezza per la sicurezza nazionale. La palla passa ora al Parlamento israeliano e alla capacità di Netanyahu di resistere alla pressione dei suoi alleati più estremisti.

SaM - 1266078

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
Related
Similar