Bruxelles blocca rimpatri aerei da Londra
Lo stop arriva dalla Corte europea dei diritti dell'uomo
Un aereo con a bordo sette richiedenti asilo, di origine ruandese ed irachena, stava per decollare alla volta di Kigali quando, all'ultimo minuto, è arrivato lo stop da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. I giudici hanno riconosciuto che un passeggero nato in Iraq godeva delle tutele dell'articolo 39, che difendono i diritti dei migranti che "corrono un rischio reale di subire un danno irreversibile'' in patria.
È "sorprendente" che la Corte europea sia intervenuta, "nonostante i ripetuti successi ottenuti in precedenza nei tribunali nazionali". Il governo di Londra "non sarà dissuaso" dal "realizzare i nostri piani per controllare i confini della nostra Nazione". Le persone rimosse dal volo in programma "saranno collocate sul prossimo: il nostro team legale sta esaminando ogni decisione presa su questo volo e la preparazione per il prossimo volo inizia ora", ha commentato il ministro dell'interno britannico, Priti Patel.
Un duro colpo per il primo ministro Boris Johnson, che aveva equiparato questa iniziativa ad un monito contro i trafficanti di esseri umani che ogni giorno riescono a fare entrare illegalmente nel Regno Unito decine di persone che attraversano lo stretto della Manica, il tratto di mare che separa Inghilterra e Francia, a bordo di barconi.
Una vittoria per i ricorrenti, secondo cui fra i richiedenti asilo che sarebbero dovuti essere rimpatriati c'erano 35 sudanesi, 18 siriani, 14 iraniani, 11 egiziani e persino 9 afghani in fuga dal regime talebano. Per ora il tribunale European Court of Human Rights (Echr) gli ha dato ragione.
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