Un presunto tentativo di violazione dello spazio aereo venezolano da parte di un aereo dell'intelligence statunitense ha scatenato la ferma condanna delle autorità di Caracas. Il ministro della difesa, generale in capo Vladimir Padrino López, ha denunciato l'episodio, avvenuto ieri, domenica 27 luglio, in concomitanza con le elezioni amministrative che si sono tenute nel Paese.

Secondo quanto riportato da Padrino López, un velivolo di tipo RC-135 dell'aviazione militare degli Stati Uniti, classificato come aereo dell'intelligence, si sarebbe avvicinato a circa 80 miglia a nord dell'isola de La Orchila, un'area strategica nei Caraibi venezuelani. L'episodio ha suscitato particolare allarme in quanto, fatto insolito, l'apparecchio avrebbe "chiesto permesso e presentato un piano di volo", un comportamento atipico per un aereo che, a detta del ministro, solitamente "non rispetta nessuna autorità".

Dalla torre di controllo dell'aeroporto internazionale di Maiquetía, principale scalo aereo del Venezuela, sarebbe stato categoricamente negato l'ingresso al velivolo statunitense. La motivazione addotta dalle autorità di controllo del traffico aereo è stata la violazione della "Flight Information Region (Fir)", un'area di informazione di volo riconosciuta a livello internazionale. Tale azione, ha sottolineato il ministro della difesa, equivale a una chiara violazione delle norme aeronautiche internazionali.

"Respingiamo l'atteggiamento imperialista di non rispettare la sovranità degli spazi aerei", ha dichiarato Padrino López, ribadendo la ferma posizione del Venezuela a difesa della propria integrità territoriale e sovranità nazionale di fronte a quelle che Caracas considera provocazioni esterne. L'episodio si inserisce in un quadro di relazioni già tese tra Venezuela e Stati Uniti, con frequenti accuse reciproche e una costante vigilanza sui movimenti aerei nella regione caraibica. L'intelligence venezolana ha avviato approfondimenti per valutare la portata e le intenzioni di tale manovra.