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CLARA MOSCHINI

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Guerra russo-ucraina (2). Vertice di Washington, La resa dei conti diplomatica

L'Europa compatta, Mosca osserva con prudenza

I leader mondiali si confrontano su un possibile piano di pace. Trump e Zelensky espongono posizioni divergenti ma aprono a nuove trattative

Un'atmosfera carica di attesa ha avvolto il vertice internazionale di Washington tenutosi ieri (vedi AVIONEWS), dove i massimi leader mondiali si sono confrontati sulla crisi ucraina. L'incontro, organizzato su iniziativa del presidente americano Donald Trump, ha avuto come protagonisti principali il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i rappresentanti dei governi europei, segnando un punto di svolta decisivo nella ricerca di una soluzione diplomatica. Le dichiarazioni emerse dalle varie delegazioni hanno dipinto un quadro di volontà negoziale, ma anche di divisioni profonde che rendono il cammino verso la pace ancora incerto.

Le dichiarazioni di Trump e Zelensky: un dialogo difficile

Donald Trump, nel suo intervento d'apertura, ha ribadito la sua ferma convinzione che la diplomazia sia l'unica via per porre fine al conflitto. "Abbiamo parlato a lungo, e tutti noi sappiamo che la guerra deve finire," ha affermato. "Salvare vite umane è la nostra priorità numero uno, e questo significa che tutti devono fare un passo indietro, tutti devono fare delle concessioni per arrivare a un accordo. Non si può avere la pace senza compromesso". Le parole di Trump, come ha sottolineato la sua portavoce in un successivo comunicato, mirano a preparare il terreno per una negoziazione diretta tra le parti, anche se il riferimento a concessioni reciproche ha suscitato qualche perplessità tra gli alleati di Kiev.

Dal canto suo, il presidente ucraino Zelensky ha tenuto un discorso appassionato e diretto. "La sovranità non è negoziabile. La nostra integrità territoriale è un principio che non possiamo sacrificare", ha dichiarato. Pur riconoscendo la necessità di trovare una soluzione, questi ha avvertito che "il compromesso non può e non deve essere confuso con la capitolazione". Ha ribadito la richiesta di un completo ritiro delle truppe russe e ha ringraziato gli alleati per il sostegno, chiedendo con forza maggiori garanzie di sicurezza a lungo termine per l'Ucraina, una volta che le ostilità saranno terminate.

La posizione compatta dell'Europa e la reazione di Mosca

I leader europei presenti al vertice hanno espresso una posizione unificata. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in un'intervista al termine dei colloqui, ha dichiarato che "il sostegno all'Ucraina non è in discussione. La nostra sicurezza non può dipendere dall'esito di un conflitto in cui un Paese sovrano è stato aggredito. Le garanzie per Kiev sono essenziali per il futuro della stabilità del continente". Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito l'importanza di una "pace giusta e duratura che rispetti il diritto internazionale".

Dal ministero degli Esteri russo è arrivata una reazione ufficiale, pur non essendoci stato un rappresentante russo presente al vertice di Washington. Un comunicato stampa ha definito i colloqui come "un'iniziativa interessante", ma ha ammonito che "la retorica su una presunta superiorità dei principi occidentali è un ostacolo insormontabile per un dialogo costruttivo". Mosca ha ribadito la propria disponibilità a negoziare, ma solo se le "realtà sul terreno", incluse le annessioni territoriali, verranno prese in considerazione. La dichiarazione, pur sembrando una parziale apertura, conferma che le posizioni iniziali rimangono inconciliabili.

Prospettive e prossimi passi

Il vertice di Washington non ha prodotto un accordo formale, ma ha stabilito una piattaforma per i prossimi passi. La priorità ora è l'organizzazione di un incontro bilaterale tra Putin e Zelensky, che secondo fonti diplomatiche americane potrebbe avvenire nelle prossime settimane ma si vocifera entro agosto, forse in Turchia. Questo incontro, se si concretizzasse, potrebbe essere il primo vero banco di prova per l'efficacia della mediazione di Trump. La strada per la pace resta in salita. La richiesta di concessioni da parte di Trump e la ferma posizione di Zelensky sull'integrità territoriale indicano che i leader dovranno navigare in acque turbolente. L'esito del vertice di ieri a Washington non è la pace, ma l'inizio di un processo diplomatico che, per la prima volta, sembra avere il potenziale per un confronto diretto e onesto. 

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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