Sovranità digitale: come l'Egitto cerca il vantaggio aereo
Accesso ai sorgenti, integrazione sensoriale ed autonomia software per la supremazia regionale
Analisti militari e referenti vicini al ministero della difesa egiziano ribadiscono che dotarsi di velivoli di quinta generazione è ormai una priorità strategica per mantenere il primato aereo in un Medio Oriente sempre più armato e digitalizzato. Le piattaforme più avanzate sono concepite come nodi di comando aereo: grazie all'intelligenza artificiale ed alla fusion sensoriale offrono una consapevolezza tattica che supera il mero concetto di stealth, consentendo al pilota e al sistema di individuare, classificare e neutralizzare minacce prima di entrare nell'area di rischio. Il muro delle restrizioni occidentali —esemplificato dal blocco di forniture come gli aerei F‑15 per tutelare il Qualitative Military Edge israeliano— ha spinto Il Cairo verso una politica di diversificazione degli acquisti. Sul tavolo ci sono alternative provenienti da fornitori orientali e turchi, ma il vero elemento critico resta la cosiddetta sovranità digitale: la possibilità di avere accesso e controllo sui software, sui codici sorgente e sulle architetture di integrazione dei sensori e dei link dati. Senza questo livello di trasparenza e capacità di adattamento locale, un caccia rimane una scatola nera strategicamente limitata. Per l'Egitto, quindi, l'acquisto non è soltanto un aggiornamento tecnologico, ma una componente essenziale della deterrenza nazionale in uno scenario regionale che evolve rapidamente, dove interoperabilità, guerra elettronica e controllo dei flussi informativi definiscono il vero vantaggio operativo.
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