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CLARA MOSCHINI

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Riallineamento industriale e derisking: il nuovo corso di Fincantieri

Rinegoziazione con la Us Navy: tutela del backlog e rilancio verso piattaforme ad alto valore

Gli analisti confermano un giudizio prevalente di fiducia su Fincantieri dopo la rinegoziazione del contratto con la Us Navy, mantenendo raccomandazioni e target price mediati intorno a 23,01 Euro. Il management guidato dall’ad Pierroberto Folgiero ha precisato che il valore complessivo del backlog resta stabile a 5 miliardi di dollari: nel perimetro rientrano due unità confermate, circa un miliardo riconosciuto a titolo di indennizzo ed altri 2 miliardi relativi a potenziali nuovi contratti per navi anfibie, rompighiaccio e piattaforme speciali. 

Per Equita l’intesa attenua i rischi legati al programma Constellation e rinsalda il rapporto industriale con la marina statunitense. 

Intesa Sanpaolo interpreta la mossa come un’operazione di “derisking” che chiarisce la roadmap operativa per le attività Usa del gruppo. 

Mediobanca sottolinea che la revisione non dovrebbe alterare in modo significativo l’outlook di medio termine, grazie alla continuità delle linee produttive nei cantieri oltreoceano ed alla copertura degli oneri già contabilizzati mediante compensazioni. 

Intermonte, infine, valuta l’esito come strategicamente positivo: la rimodulazione offre l’opportunità di riallocare capacità produttiva verso piattaforme più modulari ed a maggiore marginalità, coerenti con le priorità emergenti della Us Navy. Nel complesso gli operatori vedono la rinegoziazione non come una perdita di ordine, ma come un rifocalizzazione che preserva il portafoglio ordini ed apre potenziali spin-off industriali sui segmenti ad alta tecnologia e sulla cantieristica militare specializzata.

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