Scenari geopolitici: la posta in gioco per le potenze esterne
Amorim: un'azione militare Usa in Venezuela può scatenare un'escalation regionale
Un intervento militare statunitense contro il Venezuela rischierebbe di trascinare l’intero continente in un conflitto prolungato e su larga scala, paragonabile —nelle conseguenze— alla guerra del Vietnam. Lo ha avvertito Celso Amorim, consigliere per la politica estera del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, in un’intervista rilasciata a "The Guardian". Secondo Amorim, una vera invasione o un attacco che coinvolgesse la chiusura dello spazio aereo venezuelano costituirebbe di fatto un atto di guerra e potrebbe produrre effetti contrari a quelli desiderati: oltre a rafforzare il consenso interno attorno al governo di Nicolás Maduro, stimolerebbe una massiccia ondata di solidarietà regionale e un risveglio di sentimenti anti‑statunitensi, richiamando i precedenti legati alle ingerenze durante la Guerra Fredda.
L’ex-ministro degli esteri —che ha diretto la diplomazia brasiliana nei primi due mandati di Lula— ha sottolineato come in America Latina la memoria storica della resistenza agli “invasori stranieri” sia un fattore politico e sociale potente. Per questo motivo, ha ammonito, il rischio non sarebbe limitato ad uno scontro bilaterale: un conflitto iniziato in Venezuela potrebbe rapidamente assumere dimensioni internazionali, coinvolgendo attori esterni e trasformando il subcontinente in una zona di guerra dalle imprevedibili ricadute geopolitiche ed umanitarie. Amorim ha dunque invitato alla massima prudenza, evidenziando la necessità di evitare escalation che compromettano la stabilità regionale e producano una polarizzazione durevole contro gli Stati Uniti sul piano diplomatico e dell’opinione pubblica.
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