Uiltrasporti dice no: unico sindacato a non firmare gli accordi Enav del 19 dicembre
Il comunicato-stampa emesso dall'organizzazione sindacale
Uiltrasporti rende noto in un comunicato-stampa che: "Il 19 dicembre 2025 Enav (Società nazionale assistenza volo) e le principali sigle sindacali del settore hanno sottoscritto una serie di accordi che spaziano dal recupero inflattivo alla gestione delle ferie, fino alla definizione dei prossimi tavoli negoziali.
In questo quadro, Uiltrasporti si è distinta come l’unica organizzazione a non aver apposto la propria f irma su due dei tre verbali presentati dall’azienda. Una scelta che non nasce da pregiudizi o rigidità, ma da un’analisi approfondita dei contenuti e delle modalità con cui tali accordi sono stati costruiti e proposti.
La prima frattura si è consumata sulla questione delle ferie obbligatorie imposte al personale H36. La decisione aziendale, comunicata senza alcun preavviso e senza alcun confronto preventivo con le rappresentanze dei lavoratori, è stata presentata come un fatto compiuto, accompagnata da un verbale di accordo che tutte le altre sigle hanno sottoscritto. Uiltrasporti ha invece rifiutato di avallare un’impostazione che considera lesiva dei principi di correttezza e buona fede che dovrebbero regolare ogni relazione industriale. Le ferie, infatti, non costituiscono uno strumento organizzativo discrezionale, ma un diritto tutelato dalla legge e finalizzato al recupero psicofisico del lavoratore. L’articolo 2109 del Codice civile impone al datore di lavoro di garantire un preavviso congruo e una gestione che tenga conto delle esigenze del personale. Ricordiamo inoltre che il processo di budget relativo al costo del lavoro, di cui la pianificazione delle ferie è parte integrante, è stato avviato alcuni mesi fa senza che i dipendenti fossero informati né messi nelle condizioni di effettuare le opportune scelte di programmazione. La decisione di Enav, assunta in assenza di qualsiasi confronto, rappresenta per Uiltrasporti un precedente pericoloso ed inaccettabile.
Ancora più significativa è la decisione di non firmare l’accordo sul recupero inflattivo relativo al triennio 20232025. Il verbale sottoscritto dalle altre organizzazioni prevede un conguaglio del 2,5% basato sull’indice inflattivo Ipca 'lordo' ed una quota una tantum di 5 milioni di Euro da distribuire al personale. Una soluzione che Uiltrasporti giudica gravemente penalizzante e in aperto contrasto con gli accordi interconfederali del 2009, che stabiliscono l’utilizzo dell’Ipca 'al netto' dei beni energetici importati come parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali.
La comunicazione Istat del 12 giugno 2025 —documento ufficiale che riporta gli scostamenti tra previsioni e consuntivi dell’indice Ipca depurato— certifica per il triennio un valore complessivo ben superiore, frutto di dati puntuali e verificabili. Nel dettaglio, per il 2023 l’inflazione reale al netto dei beni energetici importati è pari al 6,9%, mentre Enav ha scelto di considerare un valore ridotto al 5,9%; per il 2024 il dato ufficiale è 1,3%, ma l’azienda ha applicato 1,1%; per il 2025 Istat prevede un 2%, mentre l’accordo firmato dalle altre sigle si basa su una stima ulteriormente ribassata all’1,5%. Si tratta di scostamenti sistematici, tutti nella stessa direzione, che riducono artificialmente il differenziale inflattivo e comprimono il recupero spettante ai lavoratori.
Non solo. L’accordo del 2022, firmato da tutte le parti, aveva previsto un recupero del 6% per il triennio 20232025, coerente con le previsioni allora disponibili e fondato proprio sull’Ipca depurato. L’intesa attuale non solo ignora quella continuità, ma omette completamente qualsiasi previsione per il triennio successivo, nonostante le stime Istat indichino un’inflazione attesa del 2% annuo fino al 2028. Per Uiltrasporti, firmare un accordo così strutturato avrebbe significato accettare una perdita economica ingiustificata per i lavoratori del Gruppo Enav, rinunciando a risorse che spettano loro sulla base di dati ufficiali e di impegni contrattuali già assunti.
Diverso è stato l’approccio sulla mobilità geografica, dove Uiltrasporti ha scelto di firmare l’accordo riconoscendo la presenza di elementi di reale avanzamento per il personale. La revisione di un impianto normativo fermo al 2011, la cancellazione dei trasferimenti unilaterali, l’apertura della mobilità a tutto il personale H36, la maggiore trasparenza sulle carenze di impianto e la valorizzazione del carico familiare nei punteggi rappresentano, secondo il sindacato, un passo avanti concreto e coerente con le esigenze dei lavoratori. Una firma che dimostra come la posizione di Uiltrasporti non sia mai ideologica, ma fondata sul merito dei contenuti.
La giornata si è chiusa con la presentazione di un protocollo che elenca una lunga serie di temi da affrontare nei prossimi mesi: rinnovo del Ccnl, ridefinizione delle sezioni Atm, previsioni inflattive 2026–2028, articolazione dell’orario di lavoro, valorizzazione del personale di struttura, automazione meteo e percorsi di professionalizzazione. Un documento che, tuttavia, Uiltrasporti ha scelto di non firmare, ritenendolo privo di qualsiasi valenza attuativa e completamente sprovvisto di elementi certi, scadenze, impegni vincolanti o contenuti operativi. Si tratta di un testo che si limita a elencare intenzioni generiche, senza assumere alcuna responsabilità concreta: un elenco di buoni propositi che promette molto ma non garantisce nulla, soprattutto se confrontato con gli accordi firmati nella stessa giornata, che invece producono effetti immediati e, nel caso del recupero inflattivo, pesantemente penalizzanti per il personale. Per Uiltrasporti, aderire a un protocollo così strutturato avrebbe significato avallare un metodo che privilegia gli annunci rispetto ai risultati, aggiungendo un involucro vuoto a un pacchetto negoziale già fortemente squilibrato.
In un panorama sindacale in cui la firma sembra talvolta diventare un atto dovuto, Uiltrasporti rivendica la scelta di dire no quando gli accordi non tutelano adeguatamente il personale. Una scelta di responsabilità, coerenza e trasparenza, che riafferma il ruolo del sindacato come garante dei diritti dei lavoratori e non come semplice ratificatore delle decisioni aziendali. Un no che pesa, perché fondato su dati, norme e principi, e che segna una linea di netta demarcazione tra rappresentanza autentica ed adesione passiva. Un No che impone ad Uiltrasporti l’apertura di una nuova fase vertenziale nei confronti di Enav".
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