Israele lancia raid aerei su sei aeroporti militari iraniani
IdfF rivendica l'attacco a infrastrutture chiave dell'aeronautica iraniana; distrutti velivoli ed elicotteri

Colpiti tra gli altri elicotteri d'attacco AH-1, caccia F-14 e F-5, un velivoilo per il rifornimento in volo, piste di atterraggio, sistemi di rifornimento e bunker sotterranei utilizzati dalle forze armate iraniane
La tensione in Medio Oriente ha raggiunto un nuovo picco ieri, 22 giugno: le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato di aver condotto una serie di attacchi aerei mirati contro sei aeroporti militari in diverse regioni dell'Iran. L'operazione, avvenuta "attraverso le aree occidentale, orientale e centrale dell'Iran" e condotta impiegando droni, ha avuto come obiettivo dichiarato quello di "indebolire la capacità dell'Iran di condurre operazioni aeree" e di "danneggiare la sua infrastruttura militare aerea".
Secondo una dichiarazione ufficiale dell'Idf, gli attacchi hanno distrutto 15 tra jet da combattimento ed elicotteri iraniani, inclusi aerei F-14, F-5 e elicotteri da attacco AH-1, oltre a un aereo per il rifornimento in volo. I raid hanno inoltre causato danni significativi a piste di atterraggio, sistemi di rifornimento e bunker sotterranei utilizzati dalle forze armate. Tra gli aeroporti colpiti, l'Idf ha citato specificamente l'aeroporto di Mehrabad a Teheran, gli scali di Mashhad e Dezful, rilasciando immagini che, a loro dire, confermano i danni. L'esercito israeliano ha inoltre dichiarato di aver colpito "siti di stoccaggio e lancio di missili nella regione di Kermanshah", ritenuti utilizzati per attacchi contro il territorio israeliano. La Forza di difesa ha precisato che "la nostra intelligence ha guidato gli attacchi" con l'obiettivo di "ottenere il controllo dello spazio aereo iraniano" e "prevenire il futuro supporto iraniano a missioni aeree contro Israele".
L'azione israeliana segue di un solo giorno un'ondata di lanci missilistici iraniani diretti contro città israeliane come Tel Aviv e Haifa (vedi AVIONEWS), che a loro volta erano stati una risposta a precedenti attacchi aerei statunitensi su tre siti nucleari iraniani avvenuti lo scorso fine settimana. Questa sequenza di eventi ha trasformato un conflitto per procura in un confronto diretto con un'escalation rapida e pericolosa.
Le reazioni internazionali
Le reazioni internazionali agli attacchi incrociati sono state immediate e polarizzate.
Condanne e preoccupazioni: tra le voci di condanna, quella del presidente russo Vladimir Putin che oggi ha ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi a Mosca, e dove ha espresso la posizione russa sull'escalation regionale. Anche la Turchia, tramite il suo parlamento, ha adottato all'unanimità una mozione che condanna gli attacchi israeliani definendoli "minacce alla pace regionale e crimini contro l'umanità". La Cina ha chiesto una de-escalation per evitare un allargamento del conflitto, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso profonda preoccupazione per la spirale di violenza, chiedendo a tutte le parti di "esercitare la massima moderazione". L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha esortato Israele a non colpire i siti nucleari iraniani, ricordando il rischio di contaminazione e ribadendo che non ci sono prove che l'Iran stia lavorando a un'arma atomica.
Approvazioni e sostegno: dall'altra parte, gli Stati Uniti hanno riaffermato il loro "fermo sostegno" alla sicurezza di Israele, pur non confermando un ruolo diretto negli ultimi attacchi israeliani, ma sottolineando il diritto di Israele a difendersi. Fonti di stampa israeliane hanno riportato che il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Israel Katz hanno coordinato gli attacchi con Washington. Alcuni analisti hanno notato che l'amministrazione statunitense ha approvato "azioni mirate e singole senza altri obiettivi se non distruggere il programma nucleare iraniano", sebbene la portata degli attacchi dell'Idf sembri andare oltre. Il Regno Unito e la Francia, pur chiedendo moderazione, hanno espresso preoccupazione per le azioni iraniane e la sua destabilizzazione regionale, partecipando in passato all'intercettazione di droni e missili iraniani a difesa di Israele. Anche l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno fornito informazioni di intelligence a Israele su precedenti attacchi iraniani.
Mentre le sirene d'allarme hanno continuato a risuonare in diverse città israeliane anche nella mattinata di oggi, 23 giugno, e Teheran promette ritorsioni, la comunità internazionale resta in allerta per il rischio di un'ulteriore e più ampia conflagrazione nella regione.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency