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CLARA MOSCHINI

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Etna Sky: scetticismo su tempi, aerei e precedenti siciliani

Possibile via d'uscita: acquisizione di un vettore aereo esistente per rispettare la tabella di marcia

La notizia che ha monopolizzato i colloqui durante l'inaugurazione del nuovo Palazzo dell’aviazione civile a Roma (vedi AVIONEWS) riguarda l’imminente arrivo di Etna Sky (vedi AVIONEWS). Mentre molti dirigenti dell'Ente nazionale aviazione civile sono apparsi sorpresi, gli operatori del settore hanno sollevato dubbi realistici sui tempi e sulle condizioni per ottenere la certificazione: secondo Messina l’iter sarebbe "già attivato", richiede mediamente circa un anno e —condizione imprescindibile— può partire solo se la società dispone almeno di un aereo. Proprio sulla disponibilità di velivoli si concentra lo scetticismo: il mercato chiede più aeromobili di quanti ne siano oggi sul mercato, con ordini pesanti presso i principali costruttori. Per questo si ipotizza che Etna Sky possa acquisire una compagnia già esistente o, almeno, il suo parco-macchine, unica spiegazione plausibile per la promessa di iniziare i voli già dalla prossima estate. 

L’avvio di Etna Sky si inserisce nella lunga, burrascosa storia delle compagnie siciliane che hanno cercato di rompere il monopolio dei grandi vettori e migliorare i collegamenti con l’isola, spesso con vita breve. 

Il primo tentativo risale al 20 aprile 1989 con Las (Linee aeree siciliane) che però sopravvisse appena cinque giorni prima dell’intervento di Civilavia. 

Nel 1994 nasce Air Sicilia; fondata dagli ex-appassionati di rally Luigi Crispino ed Antonio Carrotta, evolse successivamente sotto la guida di Crispino ed operò fino ai primi anni 2000, impiegando tra l’altro l'ATR-42 e stabilendo record di utilizzo dei turboelica nel 1995. 

Altri tentativi includono MedAirlines (1997), nata a Trapani e fallita nel 2001, e la SiFly di fine anni ’90, il cui declino è segnato anche da un grave incidente nel 1999. 

Nel 2000 approdò National Jet System in franchising con British Airways, ma cessò l’attività per problemi di liquidità. 

WindJet, fondata nel 2003 da Antonino Pulvirenti (con Crispino tra i soci), raggiunse una flotta di circa 12 Airbus e divenne la prima low-cost italiana nel 2008 prima di fallire nel 2009. 

L’ultimo progetto sul campo è Aerolinee Siciliane SpA, registrata nel 2020 da Crispino con circa 500 soci, che però non è mai decollata: la storia dell’isola insegna prudenza.

red - 1266910

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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