Verso il 2% del Pil: la svolta difensiva del Giappone
Fondi record per missili ipersonici, scudi costieri integrati e potenziamento C4I
Fonti governative citate dall’agenzia "Kyodo" indicano che il Giappone si prepara a destinare circa 9000 miliardi di yen (intorno a 49 miliardi di Euro) al bilancio della difesa per il prossimo esercizio, superando il plafond previsto per il 2025. Il prospetto iniziale per il 2026 —quarto anno dell’ambizioso piano quinquennale da 43.000 miliardi avviato nel 2023— dovrebbe ricevere il via libera dall’esecutivo conservatore guidato da Sanae Takaichi entro fine anno. L’aumento dei fondi risponde, secondo Tokyo, alle pressioni strategiche crescenti nell’Indo-Pacifico e ad una sollecitazione esplicita da parte degli Stati Uniti per un maggiore contributo finanziario alle capacità alleate.
Il pacchetto punta a rafforzare strumenti di deterrenza avanzata: acquisizione di missili ipersonici (velocità superiori a Mach 5), potenziamento dei sistemi superficie‑aria con capacità anti‑balistica e modernizzazione della catena C4I. Parallelemente è prevista la realizzazione di un sistema costiero denominato “Shield”, integrando droni, aerei, mezzi di superficie e veicoli subacquei per sorveglianza persistente e prontezza di intervento. L’orientamento segna un’accelerazione strategica significativa: il premier Takaichi ha inoltre annunciato l’obiettivo di portare la spesa militare al 2% del Pil già nel 2025, anticipando di due anni il target ed interrompendo l’orientamento storico intorno all’1% (circa 5000 miliardi di yen annui).
Washington, preoccupata dall’espansione cinese e dalle provocazioni nord-coreane, continua a spingere per contributi ancora maggiori —fino al 3,5% del Pil— in gran parte destinati all’acquisto di sistemi statunitensi. L’approvazione del nuovo budget segnerebbe un’ulteriore fase nella trasformazione operativa delle forze di autodifesa, nonostante i vincoli della Costituzione pacifista.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency